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Testi classici della Cinologia n. 6
Cinotecnia illustrata di Lucrezio Misuraca

  23 maggio 2020 Banner Misuraca

Distillato cinologiaL’autore e l’opera

 

Proseguendo con questa rubrica estemporanea sulle opere di cinologia considerate dei «classici» della letteratura di genere parlerò qui di «Cinotecnia illustrata» di Lucrezio Misuraca, uno dei testi italiani di cinologia molto conosciuti all’epoca della sua pubblicazione e caduti oggigiorno nel dimenticatoio.

 

Lucrezio Misuraca è stato giudice Enci e allevatore di cani da caccia. È morto nel 1994. Ha scritto un paio di libri moto famosi nella storia della cinologia italiana, specialmene nel mondo venatorio. Uno è «Morfologia delle principali razze da ferma e del segugio italiano»; l’altro, di cui qui ci occupiamo è come detto «Cinotecnia illustrata» pubblicato con l’Editoriale Olimpia di Firenze nel 1977 e scritto come critica alle «Lezioni di Zoognostica Canina» di Giuseppe Solaro.

 

Il fine della pubblicazione critica costruttiva di Lucrezio Misuraca fu appunto quello di fugare la parte ritenuta errata del testo di Solaro per sollevare così più interesse e diffusione in una letteratura da lui ritenuta migliore e più consona.

 

Il testo si apre con una dedica a Lucrezio «poeta latino della scienza, osservatore acuto della natura» e prosegue con un exergo che riporta una frase di David Hume, filosofo scozzese del ‘700:

 

«Se noi prendiamo in mano un qualsiasi volume di teologia o di metafisica scolastica, chiediamoci, per esempio: contiene
nessun ragionamento astratto che si riferisca a quantità o numeri? No. Contiene nessun ragionamento sperimentale che si
riferisca a fatti e alla loro esistenza? No. E allora, sia dato alle fiamme, perché non contiene altro che sofismi e
illusioni».

 

Segue una presentazione che elenca i motivi che hanno portato alla scrittura dell’opera, seguiti da un dettagliato elenco dei passi confutati di un’altra opera di cui abbiamo già parlato: le Lezioni di zoognostica canina di Giuseppe Solaro.

 

Misuraca sottolinea che il motivo che ha portato alla scrittura dell’opera è stata la considerazione che «gran parte dell’evoluzione culturale dell’uomo … [omissis] … si effettua con il continuo tramandarsi delle informazioni di generazione in generazione».

 

Ciò lo ha portato «ad acquisire … [omissis] … una conoscenza più profonda e rigorosa nella disciplina che ci riguarda in generale e in cinotecnia in particolare … [omissis] … la cui letteratura, quando non storpiata, è invero ancora molto carente e confusionaria».

 

Ulteriore motivo per la scrittura del testo viene indicato nella necessità di confutare, come si è già detto, alcune errate formulazioni di cinotecnia contenute nelle «Lezioni di zoognostica canina» di Giuseppe Solaro, a cui fanno seguito alcune note in calce alla presentazione che sinteticamente contestano i seguenti argomenti delle «Lezioni»:

 

 

Segue in nota l’indicazione di documentazione relativa a studi sull’ereditarietà dei caratteri acquisiti.

 

I contenuti

 

Il testo è sostanzialmente organizzato in tre parti, la prima delle quali suddivisa in due sezioni: una che riguarda la classificazione, l’altra che riguarda il tipo.

 

La prima sezione si intitola «Conoscenza cinotecnica del cane» ed è formata da un paragrafo con considerazioni sulle forme dei 4 gruppi (N.d.A.: di Mégnin) e da un paragrafo sulle misurazioni.

 

La seconda sezione che riguarda i «Caratteri somatici che interessano il tipo» è formata da un paragrafo che si occupa della valutazione in ordine di importanza di questi caratteri e da un paragrafo sulle qualifiche.

 

La seconda parte passa in rassegna la struttura scheletrica nell’insieme e poi analizza le singole regioni. È intitolata «Dizioni tecniche per lo studio dello scheletro e per la descrizione del cane» e si articola nei seguenti paragrafi:

 

 

La terza parte si occupa di tematiche cinognostiche generali, secondo lo schema che si riporta di seguito:

 

 

Chiudono il testo una serie di appendici che riportano un paragrafo intitolato «L’incentivo scientifico del pensiero di Lucrezio sul 19° secolo» e sei articoli di Misuraca già pubblicati sulla rivista di caccia Diana, intitolati:

 

 

[Canton, Mario. Guida alle Fonti in Cinotecnia. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2011 – Canton, Mario. Cinognostica classica. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2017]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.