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Distillato di Cinologia n. 96
Il trotto nei cani artici e nei galoppatori a schiena corta

  3 luglio 2020

Distillato cinologiaIl trotto nei cani artici e nei galoppatori a schiena corta

 

Una «pillola» di Funzionalità e, più precisamente, di analisi delle andature. Sul tema del trotto specifico dei cani artici e dei galoppatori a schiena corta.

 

In generale, i Cani Artici e molti altri cani quadrati sono costruiti per essere dei galoppatori resistenti. Come detto in precedenza, durante il galoppo, le gambe posteriori devono sollevare l’anteriore dal terreno e, per questa ragione, un corpo corto contribuisce alla resistenza durante il galoppo.

 

In aggiunta, il cane con un corpo corto tende ad avere scapole ripide che tendono ad accorciare la distensione in avanti della zampa anteriore (fatto favorevole secondo i risultati dei test su lastre a pressione).

 

Se un corpo è troppo corto, si verificherà una insufficiente capacità di sviluppare una adeguata quantità di carburante per la corsa prolungata. Da osservazioni di animali selvaggi, un corpo più corto dell’altezza al garrese è indesiderabile per la resistenza. La maggior parte dei canidi selvaggi ha un corpo un po’ più lungo dell’altezza al garrese.

 

I cani da slitta possono essere suddivisi in tre raggruppamenti generali:

 

  1. abbiamo i cani scattisti (sprint dogs) capaci di tenere una velocità di 25-30 km/h su una distanza massima di circa 40 km (alcune delle squadre di corridori in buone condizioni percorrono 50 km ad una media di quasi 30 km/h; spesso vengono usati per queste corse incroci con Greyhound o Irish Setter);
  2. abbiamo i corridori su medie distanze da 80 a 160 km, che corrono con un canter (lope) efficiente dal punto di vista energetico;
  3. abbiamo i corridori su lunghe distanze capaci di fare 15 o più km per delle ore su distanze di almeno 80 km al giorno (generalmente dai 130 ai 160 km al giorno) per molti giorni.

 

Il team di Siberiani di Seppala nel 1919 percorse 42 chilometri ad una media di 23 km/h. La squadra di Roland Lombard (Doc) nel 1963 percorse la prima tappa da Anchorage di 40 km ad una media di oltre 23 km/h. Nel 1929 la «Nesco Point to Point» di 91 km fu vinta da Seppala alla media di 22 km/h. Charles Johnson, nel «Solomon Derby» a Nome del 1912 tenne una media con i suoi Siberian di oltre 18 km/h per 105 km.

 

La maggior parte dei Cani Artici sono famosi per le loro capacità su medie e lunghe distanze; non sono degli sprinter.

 

I Malamute sono costruiti per il tiro, non per la velocità. Riportiamo i dati forniti da David Stiller. Una muta di 3 Malamute sui 5-10 km, rollando tranquillamente, può raggiungere una media di poco più di 15/km/h.

 

Una muta da 7 a 10 cani sulla stessa distanza può raggiungere i 24 km/h.

 

Per un lavoro alla slitta su lunga distanza (non per corse corte di circa 50 km o meno) le razze sono circa quadrate ed hanno gambe relativamente lunghe (da 1,2 a 1,25 volte la profondità del torace). Ad esempio, lo standard del Samoiedo richiede per il rapporto tra gamba e torace una misura di 45-55 (cioè gambe 1,22 volte la profondità del torace); una femmina figlia di una femmina della squadra di Seppala aveva gambe al di sotto del torace 1,31 volte la profondità del torace; altre misuravano da 1,2-1,25 ad 1.

 

La tendenza a selezionare cani a gambe corte per le esposizioni rivela il desiderio di migliorare lo stile di trotto. Mentre le gambe più corte migliorano l’aspetto del trotto, certamente deteriorano il potenziale del cane artico come galoppatore resistente.

 

Dal momento che la massima velocità di trotto è di circa 22-23 km/h, a quella velocità raramente vincerà su corse di media distanza o di sprint; di conseguenza i cani costruiti per trottare vengono evitati nelle corse brevi. I cani usati nella Alaskan Iditarod da Nome ad Anchorage si spostano ad una media di circa 20 km/h; questi qualche volta trottano.

 

Per la maggior parte delle corse di slitta, i cani devono essere excellent lopers (eccellenti esecutori di canter) – (galoppatori di resistenza o 3-beat canterers).

 

Il garrese o la pelvi non devono sobbalzare su e giù; il corpo scorre in avanti come se scivolasse morbidamente; la distensione in avanti al momento dell’appoggio non è mai lunga; la zampa non si ribalta eccessivamente e l’articolazione del pastorale non è floscia.

 

Il Siberian nel suo ambiente originale era un corridore su lunghe distanze, mentre il Malamute è caratterizzato come cane da tiro pesante. In esposizione, la tendenza è quella di assumere che le due razze dovrebbero trottare piuttosto similmente, ma vi sono invece marcate differenze. Un cane con muscoli ben sviluppati per il lavoro di tiro, quando viene messo a tirare una slitta, dovrebbe avere un passo corto con la maggior parte del passo dietro l’articolazione dell’anca o la scapola.

 

Nel trotto il Malamute dovrebbe tendere a muoversi come un cavallo da tiro più che come un cavallo per il trotto. I cavalli da tiro nelle gare di traino hanno un passo cortissimo delle gambe posteriori. Tuttavia, nel ring di esposizione, vengono generalmente selezionati i migliori trottatori.

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Cani da slitta (figura in testata). Due cani che effettuano un traino di slitta. Come è tipico dei cani usati a lungo, il mantello non è pesante (incorrerebbero nel pericolo di un colpo di calore con mantelli pesanti). Per l’estetica, i soggetti in esposizione vengono esibiti con mantello spesso, fitto e ben curato.

 

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[Brown, Curtis Maitland. Dog Locomotion and Gait Analysis. Wheat Ridge: Hoflin Publishing Ltd., 1986 – Canton, Mario. Princìpi di Locomozione. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2013 – Howell, A. Brazier. Speed in Animals. Their Specialization for Running and Leaping. New York: Hafner Publishing, 1944 – Gambaryan, Petr Petrovich. How Mammals Run. Jerusalem (New York): Keter Publishing House Ltd. (John Wiley & Sons), 1974]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.