Distillato di Cinologia n. 7
Tipologie di standard
3 aprile 2020

Tipologie di standard
Una «pillola» sui metodi di classificazione e, più precisamente, sugli standard. Sul tema della loro classificazione.
Classificazione degli standard
Esistono standard morfologici e standard operativi (c.d. di lavoro).
Gli standard morfologici sono quelli che si occupano della razza dal punto di vista: dell’anatomia e struttura, della morfologia e conformazione, dell’aspetto esteriore e dell’estetica.
Con l’aumentare dell’analisi di dettaglio, gli standard morfologici vengono suddivisi in:
- sintetici. Sono, per lo più, gli standard inglesi, cosiddetti «a maglia larga», noti per contenere descrizioni molto generiche piuttosto lontane dal cosiddetto «ritratto tipo» (portrait-type), alla francese. Gli allevatori inglesi hanno una lunga, ferrea tradizione di allevamento che sopperisce alle carenze dello standard. In altri termini se in un cane vi sono qualità o difetti non previsti nello standard, ma contenibili nella tradizione, i giudici inglesi ne tengono conto. Può accadere però, che per completare le carenze di standard, persone meno esperte diano le più contrastanti interpretazioni.
- analitici. Sono costituiti dagli standard francesi, olandesi, svizzeri, tedeschi e anche statunitensi, che sono molto più analitici di quelli inglesi (soprattutto gli standard tedeschi). Non sempre sono tecnicamente ineccepibili e circostanziati. Molti di loro sono piuttosto vecchi; l’approccio è di tipo empirico e sono formulati con terminologie ippologiche. Per le razze a cui fanno capo questi standard la tradizione vale più del contenuto. In molti casi i migliori soggetti nel corso della selezione sono stati ottenuti più sulla base della tradizione sviluppatasi gradatamente fra gli allevatori e i giudici che sui testi degli standard, scritti spesso in lingua arcaica e spesso infarciti di vocaboli dialettali.
- descrizioni dei caratteri etnici. Sono, per lo più, standard italiani, che sono molto dettagliati e meticolosi rappresentando il «ritratto-tipo» della razza (portrait-type) voluto dalla scuola zoognostica francese. In essi ogni regione e sottoregione del corpo, ogni rapporto fra le singole parti architettoniche, è descritto con la massima accuratezza. Questi standard italiani, sono definiti «a maglia stretta». Le consuete allocuzioni di cui sono pieni gli standard esteri, come ad esempio «di buona lunghezza», «lungo», «corto», «né lungo né corto», termini impropri ed empirici, sono scarsamente utilizzati negli standard italiani.
- commenti. Un commento in genere viene redatto da uno specialista di una determinata razza o gruppo di razze sui contenuti dello standard ufficiale e a volte sulle revisioni allo stesso apportate. Le componenti nel commento possono essere diverse:
- note illustrative, o giudizi critici sui contenuti dello standard;
- illustrazione, per lo più a fini didattici e molto spesso accompagnate da abbondanti illustrazioni grafiche di dettaglio, del testo dello standard o di parti specifiche dello stesso;
- interpretazioni dirette a mettere in luce i principi espressi in maniera più o meno sintetica dallo standard;
- rielaborazione in termini riassuntivi o ragionati dei contenuti dello standard;
- interpretazioni soggettive di espressioni o requisiti dello standard sulla base dell’esperienza dell’autore;
- discussioni, osservazioni e conclusioni su questioni o problematiche sollevate dai contenuti dello standard;
- analisi tecnica dell’evoluzione storica di uno standard.
Standard operativi
Sono quelli che si occupano della razza dal punto di vista:
- delle prestazioni motorie e funzionali;
- delle connessioni tra forma e funzione;
- degli aspetti psicologici e comportamentali (in genere, ma non solo, legati all’addestramento).
Gli standard operativi vengono suddivisi in:
- standard di lavoro. Rappresenta la descrizione analitica delle «azioni» operative eseguite dal soggetto di quella determinata razza nello svolgimento dei compiti per i quali la razza medesima è stata selezionata. Spesso i regolamenti delle «prove» riservate a singole razze diventano de facto degli standard di lavoro, anche se indirettamente.
- standard morfologico-funzionale. Rappresenta la descrizione analitica della struttura anatomica e del conseguente tipo di locomozione richiesta per fini funzionali ai soggetti di quella determinata razza nello svolgimento dei compiti per i quali la razza medesima è stata selezionata. Riportiamo, per esempio, le andature descritte nello standard di lavoro del Pointer nella tavola seguente.
- standard morfologico-caratteriale. Lo standard morfologico-caratteriale consiste di indicazioni per una valutazione del tipo, della conformazione generale, nonché in un giudizio sulle qualità caratteriali del soggetto esaminato al fine di raccomandarne o meno l’utilizzo in allevamento per il miglioramento e la promozione della razza (ZTP, TMC, etc.). In molti casi il positivo riscontro allo standard morfologico-caratteriale è indispensabile per l’ottenimento dei titoli di Campione (italiano, sociale). In altri casi è condizione indispensabile per l’ammissione all’uso come riproduttore della razza del soggetto in esame.
- profilo comportamentale. Viene utilizzato per lo più in addestramento. Traccia un profilo della varie componenti comportamentali del soggetto da utilizzare come base per l’educazione e l’addestramento. Ne esistono vari tipi; i più famosi sono quello di Campbell (comportamentale) e quello di Hastings (comportamentale-strutturale).
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Saluti a tutti e a rileggerci presto.