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Distillato di Cinologia n. 5
Angoli e assi della testa

  1 aprile 2020 Banner assi testa

Distillato cinologiaGli assi della testa

Anche questa volta una «pillola» di morfologia e, più precisamente, di cinometria. Sul tema degli assi e degli angoli della testa (cefalici).

 

Gli assi della testa (o cefalici)

Per la testa esistono due assi longitudinali:

  1. l’asse cranico: è la linea costituita dalla retta passante per il centro della bozza occipitale e che va al punto di incontro delle apofisi delle ossa nasali con le ossa frontali;
  2. l’asse facciale o asse della canna nasale: è determinato dalla retta passante per il centro superiore della canna nasale, cioè riunisce l’estremità supero-anteriore del tartufo alla metà della linea trasversale che congiunge i due angoli interni delle palpebre.

 

Ancora nel lontano 1934, al Congresso Cinologico di Monaco, Giuseppe Solaro e Charles Huge chiesero che le misurazioni craniche fossero completate dal tracciamento di due linee prese su una fotografia di profilo.

  1. Una linea facciale o della canna nasale secondo la direzione di questa appunto, nella sua parte superiore.
  2. Una linea cranica che va dall’arcata sopracciliare alla bozza occipitale.

 

[Société Canine de Monaco. Congrés Cynologique Mondial de la Fédération Cynologique Internationale . Monaco Monte-Carlo: Imprimerie Monégasque, 1934]

 

La valutazione dell’angolo formato da questi due assi longitudinali dà convergenza, parallelismo o divergenza.  Se le due linee sono parallele, si ha, ovviamente, parallelismo. Se la linea superiore della canna nasale si interseca con la linea cranica e l’angolo formato è davanti allo stop, si ha convergenza. Se la linea superiore della canna nasale si interseca con la linea cranica superiore sulla parte cranio-frontale e l’angolo formato è dietro allo stop, si ha divergenza.

 

Gli angoli della testa (o cefalici)

Angolo cranio-facciale: è l’angolo ottenuto, con la testa vista di profilo, per intersezione di una linea tangente alla regione frontale – tra le due orbite – e la linea della parte superiore della canna nasale (angolo QUS nell’illustrazione in testata).

 

A questo angolo si può aggiungere l’angolo glabello-facciale, di cui si è già parlato sopra nella descrizione degli assi cefalici (angolo MNP nell’illustrazione in testata). L’angolo glabello-facciale è formato dalla linea superiore del muso e la linea di inclinazione dello stop (lo stop è scientificamente denominato glabella); quasi a 90° negli ultrabrevilinei e, al contrario, verso i 180° negli ultralongilinei.

 

Angolo asso-latero-facciale: è formato dall’intersezione di una linea tangenziale all’arcata zigomatica e all’uscita dal mascellare del canino superiore con la linea assiale della testa.

 

Angolo asso-oculare o angolo asso-oculo-palpebrale: è formato dall’intersezione della linea assiale della testa (linea mediana) con una linea che riunisce gli angoli interni ed esterni dell’apertura palpebrale (asse di apertura palpebrale) (Herout).

 

[Hérout, Eugène. Le prises de mensuration. Paris: Congrés Cynologique de Monaco, 1934 — Hérout, Eugène. Cynologie et cynotechnie. Exterieur du chien: tetes et queue. Paris: Impr. Coopérative, 1955]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.

 

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Appendice sulla delimitazione della linea craniale

 

Allo scopo di chiarire le diverse espressioni utilizzate per delimitare la c.d. «linea craniale», è necessario richiamare prima questo post, per non finire con l’usare termini che introducono più confusione di quella già generata dai vari «autori» in cinofilia.

 

Letto il post collegato, verrà immediato accorgersi che la linea craniale altro non è che una porzione della linea sagittale definita sulla testa dal piano sagittale (mediano) che divide il corpo in due antimeri (lati) simmetrici e speculari (in superficie), destro e sinistro, in cui risulta suddiviso il corpo di un animale.

 

L’incertezza non si ha tanto sulla «definizione» della linea craniale, quanto sulla sua «delimitazione».

 

Sul punto aborale (posteriormente sulla testa, rif. post collegato) in genere c’è una certa comunanza di definizioni: la linea craniale parte dall’apofisi/cresta/bozza (a seconda degli autori, ma sempre di rilievo della superficie si tratta) mediana dell’osso occipitale. Qualche «purista» si spinge a parlare di opisthion; ma l’opisthion è il punto di mezzo del margine posteriore del foro occipitale, che non è né visibile, né palpabile in vivo.

 

Un po’ più di «confusione» può invece generarsi nell’indicazione del limite anteriore (orale). Sostanzialmente le indicazioni riportate dai vari autori possono essere raggruppate in quattro tipologie:

 

  1. nasion (punto craniometrico impari situato sulla linea sagittale mediana, in corrispondenza della radice del naso, sulla sutura naso-frontale); a volte viene definito come punto mediano di incontro delle apofisi delle ossa nasali
  2. punto mediano della linea che congiunge in vivo gli angoli oculari mediali (quelli più vicini al naso)
  3. punto mediano delle arcate sopracciliari (a volte definite «bozze frontali»)
  4. punto mediano di incontro delle apofisi delle ossa lacrimali; descrizione molto diffusa negli autori che provengono da una formazione medica umana; solo che nel cane le ossa lacrimali (che non si vedono esteriormente sul cranio, tanto nel cane che nell’uomo) non hanno una sutura (linea articolare) che segue quella dell’osso zigomatico (come nel teschio umano) che possa fare da riferimento frontale

 

Premesso che i quattro punti non sempre sono così precisamente definiti e che spesso non coincidono, possiamo anche dire che, per un utilizzo pratico, non è che le differenze siano enormi.

 

Per illustrare la cosa, basta fare riferimento alla figura a destra in testata, nella quale sono segnati i 4 punti. Come si potrà notare stiamo giocando sui millimetri. Per amore di correttezza devo però dire che il primo a definire la linea craniale fu Herout ai primi del ‘900 e che nessuno mai successivamente ne contestò la definizione (neppure Giuseppe Solaro, che in genere passava per essere uno piuttosto «precisino» e alquanto insofferente delle approssimazioni). Herout definisce il limite anteriore della linea craniale come: «la ligne réunissant les angles internes des paupières».

 

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[Hérout, Eugène. Exterieur du Chien. Têtes et Queues. Lyon: Imprimerie Coopérative, 1929]