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Distillato di Cinologia n. 37
Standard morfologici e funzionalità

  4 maggio 2020 Banner distillati cinofilia

Distillato cinologiaStandard morfologici e funzionalità

Una «pillola» di Metodologia e, più precisamente, di Valutazione. Sul tema delle omissioni e degli errori degli standard.

Standard di razza

Tutte le razze canine riconosciute da un ente cinofilo possiedono uno standard di perfezione che il giudice deve impiegare per valutare il merito dei soggetti esposti. Sfortunatamente, la maggior parte degli standard non è completa e molti sono ambigui o contengono errori effettivi. Quasi la metà non descrive il movimento e quelli che lo fanno sono spesso vaghi. Interessante, anche se ormai datato, lo studio di M.C. Brown effettuato nel 1983; dallo studio risulta che la percentuale di razze senza un accenno diretto al movimento nel proprio standard AKC (American Kennel Club) risultava come segue:

 

 

Complessivamente – per gli standard AKC – questo portava a una media del 42% di standard che non contenevano una descrizione del movimento. Quella degli standard in analoga situazione del Kennel Club inglese era del 61%. Se una razza non possiede nello standard una descrizione del proprio movimento, al giudice rimane una grande ampiezza per distribuire le proprie opinioni, e sfortunatamente le opinioni spesso variano grandemente fra di loro. In ogni caso trovare uno standard che sia completo, chiaro e preciso è veramente un evento raro.

 

Lo standard descrive un cane sulla premessa che ciascun soggetto esposto possieda tutte le parti e le caratteristiche presenti in un cane normale, a meno che non sia diversamente stabilito. Questo include la capacità di trottare. Perciò, in uno standard è superfluo dire che la razza debba avere quattro gambe, che sia in grado di trottare, che debba avere due occhi e altre simili precisazioni. Siccome lo standard descrive un cane, si capisce che il cane debba possedere tutte le parti caratteristiche o le funzioni che si ritrovano in un cane normale. Per esempio, il giudice si trova di fronte un perfetto esempio di una determinata razza eccetto per un particolare che non è menzionato nello standard: il cane ha un occhio solo. Nessun giudice sano di mente darebbe un CAC o farebbe vincere o darebbe una qualsiasi altra qualifica a quel soggetto perché non avrebbe tutte le parti caratteristiche di un soggetto sano.

 

Un altro giudice potrebbe trovarsi di fronte un eccezionale esemplare di una determinate razza il cui standard non menziona il modo di muoversi, e il soggetto si sposta solo ambiando. Il giudice dovrebbe prendere in considerazione l’ambio? Certamente! Un cane normale è in grado di trottare. Il silenzio dello standard sul punto in questione non significa che debba essere ignorato; significa semplicemente che il giudice deve effettuare il suo giudizio alla luce della propria conoscenza di tutte le razze e alla luce della funzione della razza che sta esaminando. È ridicolo affermare che un particolare che si ritrova in tutti i cani non debba essere preso in considerazione semplicemente perché non è menzionato dallo standard; la questione del grado di importanza di un aspetto deve sempre essere aperta alla discussione.

 

Negli standard di razza di molti enti cinofili solo la metà descrive lo stile di trotto, nonostante questo il giudice si aspetta che tutti i soggetti esposti trottino indipendentemente dal fatto che lo stile di trotto sia descritto o meno. In genere gli enti cinofili non hanno disposizioni regolamentari che impongono al giudice di far muovere i soggetti esposti al trotto, ma in genere esistono regole che vietano ai giudici di far vincere cani che zoppicano. Da ciò si può indirettamente presumere che si debba far muovere un cane a una delle sue diverse andature (non necessariamente al trotto).

 

Nelle procedure espositive, il fatto che i giudici valutino ogni razza al trotto, che sia o meno descritto nello standard, è una prassi ben stabilita dalla tradizione. Tuttavia, quando lo stile di trotto non viene menzionato dallo standard, quali criteri siano utilizzati per selezionare la perfezione del trotto viene lasciato all’opinione del giudice. Questa naturalmente è una delle specifiche cause per l’ampia variabilità di opinioni che si incontrano tra quelli che stabiliscono il livello di qualità del movimento. Alcuni giudici sono influenzati dallo stile di trotto che ha una attrattività estetica, alcuni da uno stile che indica efficienza nella specifica funzione di quella determinata razza, e altri da un «universale stile di trotto» che è fortemente raccomandato in molti scritti sul movimento.

 

Anche se è opinione corretta che ciascuna razza debba trottare in uno stile di trotto che indichi perfezione funzionale nella propria specifica destinazione operativa, la valutazione del movimento in esposizione nella realtà prende molte e diverse direzioni. Forse l’«universale stile di trotto» così frequentemente richiamato dagli autori che si autoproclamano esperti di movimento come base appropriata di un ideale stile di trotto, viene usato molto più frequentemente per selezionare ciò che si ritiene sia la perfezione; anche se ciò è esattamente quello che non si dovrebbe fare. A causa della funzione operativa a servizio dell’uomo, quasi ogni razza ha o dovrebbe mostrare differenze rispetto alle altre nel proprio modo di muoversi. Quali siano queste differenze è materia di questo testo.

 

La parola «trotto» descrive un modello o sequenza di discesa dei piedi sul suolo (appoggi), non il percorso effettuato dagli arti o dalle zampe quando eseguono la sequenza. Un Bull Terrier, che si muove con le zampe distanziate quanto i gomiti, ha un uno stile di trotto completamente differente da quello di un Collie che trotta a pista singola (single tracking). Il ritmo veloce di un piccolo cane da compagnia (toy) è molto differente dall’andatura dinoccolata (jog) di un segugio. Se si ammette che esistano differenze nello stile di trotto, è ragionevole aspettarsi in ciascuno standard di razza una descrizione delle caratteristiche del trotto della razza stessa. Sfortunatamente leggere lo standard di un Greyhound non fornisce il benché minimo indizio di come un Greyhound dovrebbe trottare per indicare che è un galoppatore veloce. Il trotto non viene descritto. Molte altre razze sono nella stessa situazione.

 

La maggioranza delle razze canine ha o dovrebbe avere una destinazione utilitaristica tipo fare la guardia, condurre un gregge, combattere contro nemici, puntare selvaggina, riportare prede abbattute, cacciare a vista in velocità o trainare una slitta. Nonostante questo la maggior parte degli standard non menziona quello che era o che è lo scopo originale per il quale fu selezionata la razza. Se una persona è informata sulla destinazione utilitaristica di un cane e il terreno o l’ambiente nel quale deve essere svolto, dovrebbe essere in grado di delineare istantaneamente una conformazione in grado di soddisfare pienamente lo scopo della razza. Probabilmente l’affermazione più importante su di una razza è la dichiarazione di ciò che si suppone debba fare, ma questa affermazione viene omessa il più delle volte.

 

Se lo scopo è semplicemente piacere alla gente, è molto importante saperlo. Standard che chiedono una struttura contraria ai principi della meccanica sembrano incongruenti, ma ce ne sono. Quando gli standard furono scritti per la prima volta, vi furono incorporati alle volte anche pregiudizi e idee sbagliate. Con l’avanzare della ricerca scientifica alcuni standard sono stati corretti per conformarsi alle nuove conoscenze, altri hanno conservato la loro forma originaria. La cosa più triste è che in alcuni casi la descrizione di un corretto stile di movimento funzionale è stata cambiata con affermazioni errate, che originano da credenze sbagliate o dal desiderio di essere esteticamente piacevoli.

 

Le differenze nella struttura delle razze è generalmente rintracciabile dalla funzione originaria di ciascuna razza. Un cane che traina una slitta in climi freddi ha una angolazione completamente differente da un Pastore Tedesco sviluppato per il proprio trotto volante. Un cane che insegue della selvaggina in un ambiente di montagna ha bisogno di muscoli e struttura pelvica differente da quella di un cane che insegue la selvaggina in ambienti pianeggianti e, come conseguenza, ha un proprio stile di movimento. Un Bull Terrier ha bisogno di una struttura toracica completamente differente da quella di un Whippet. Se i termini utilizzati per descrivere una razza risultano ambigui, indefiniti o poco chiari, ma si conosce la funzione originale della razza, l’intento di uno standard può essere, a volte, interpretato alla luce delle necessità strutturali che servono allo scopo di quella determinata razza.

 

Un punto importante da ricordare per tutti gli appassionati di cani è quello che se due razze canine sono strutturalmente differenti, si osserveranno delle differenze tra i loro stili di movimento anche se il fatto non risulta menzionato nei rispettivi standard; non è possibile aspettarsi che razze strutturalmente differenti trottino allo stesso modo.

 

In questi distillati vengono descritti diversi stili di trotto. Tuttavia, per comprendere ciò che produce differenti stili di trotto, diventa necessario spiegare la specifica struttura della razza che è responsabile nel causare i differenti modi di muoversi.

Errori contenuti negli standard

Secondo il dizionario, la parola «difetto» significa «deviazione dalla perfezione». Lo standard di razza descrive la perfezione. Il massimo del ridicolo si ha quando uno standard elenca una serie di difetti senza dire qual è la perfezione. Come può essere riconosciuta una deviazione dalla perfezione, se la perfezione non è definita?

 

In aggiunta ai normali difetti incontriamo anche difetti attraenti. Per esempio una angolazione eccessiva spesso fa vincere in esposizione, anche se va a detrimento di una locomozione efficiente. Una eccessiva distensione in avanti non dovrebbe essere presente in un galoppatore veloce, ma spesso viene considerata una buona cosa. Un difetto attraente può essere definito come una caratteristica di razza che piace agli appassionati ma è, in realtà, dannosa per la funzione della razza, come una specie di miraggio. Il mantello lungo del Cocker Spaniel è completamente senza alcuna utilità in un cane da caccia, ma questo tipo di mantello è accettato perché è attraente. I difetti attraenti hanno davvero alterato alcune razze al punto di danneggiare la loro funzione originale.

 

A volte, vengono inseriti dei difetti in apposite sezioni dello standard di una razza, ma generalmente tale inserimento è ridondante e sarebbe meglio non ci fosse. Per esempio. Se l’oscillazione dell’arto avanti e indietro mantenendo incolonnati i segmenti ossei viene descritto come perfezione, perché è necessario dire che vaccinismo, spinta verso l’esterno e gomiti in fuori sono dei difetti?

 

La menzione di un difetto dovrebbe essere riservata a sottolineare un difetto molto serio. Per esempio, se la mancanza di denti è diventata troppo comune in una razza può essere aggiunto efficacemente «la mancanza di denti sarà severamente penalizzata» oppure «i soggetti con quattro o più denti mancanti saranno squalificati». In genere gli enti cinofili impongono pochi difetti universali, applicabili a qualsiasi razza, come «un cane che zoppica non può partecipare ai giudizi».

 

Naturalmente, dovrebbe essere chiaramente definito un difetto che è caratteristico di una specifica razza e invece è normalmente accettato in altre razze.

Strutture da lavoro poco attraenti

Dee FlintA volte strutture perfettamente funzionanti non possono vincere alle esposizioni per pregiudizi ambientali o carenze estetiche. Una buona muscolatura è essenziale, ma se le scapole vengono separate più di tanto a causa dello sviluppo muscolare al di sotto dell’osso, le possibilità di vincere con alcuni giudici si assottigliano parecchio. Cani vaccini possono tranquillamente vincere prove di lavoro sul campo anche difficoltose, ma quasi mai in esposizione. Dobbiamo renderci conto che la selezione in esposizione è talvolta basata su teorie non provate o sulla bellezza estetica del movimento, piuttosto che sulla prova di efficienza delle prove di lavoro. Alcune razze canine sono poco appariscenti o attraenti proprio a motivo dei loro requisiti strutturali e per questo è molto difficile che arrivino mai a vincere in qualche raggruppamento. Le razze deformate invece (i Bulldog ne sono un esempio) sembra siano un eccezione; sono solo le razze poco appariscenti che vincono raramente.

 

I termini comunemente usati alle esposizioni sono indicati (nell’immagine) sul profilo di Dee Flint, vincitore della Waterloo Cup nel 1940, evento storico di coursing per Greyhound (ridisegnato da The modern Greyhound di Clark). Il Greyhound, il Whippet, il Bedlington e poche altre razze presentano una linea che scende dall’arco lombare verso la coda (fall away) che in questo testo viene chiamata «arcuatura sfuggente». In alcune razze, per le quali non è prevista la presenza di una arcuatura sfuggente verso la groppa, questa condizione viene denominata «groppa da papera» (goose rump) e viene considerata un difetto. Il termine «garretto» viene usato in maniera piuttosto estesa nel mondo degli appassionati di cani arrivando a riferirsi al metatarso o pastorale posteriore. Tecnicamente il garretto è l’articolazione, non le ossa sotto l’articolazione.

[Canton, Mario. Princìpi di Locomozione. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2013]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.