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Distillato di Cinologia n. 35
Brevi cenni di storia degli studi sulla locomozione

  2 maggio 2020 Banner studi locomozione

Distillato cinologiaBreve storia degli studi sulla locomozione

Una «pillola» di Metodologia e, più precisamente, di esame della locomozione. Sul tema della storia degli studi sulla locomozione.

Storia degli studi sulla locomozione

Come già detto, gli standard delle razze canine sono stati formulati quando la conoscenza di ciò che produceva una efficiente locomozione era molto scarsa. La maggior parte dei primi studi e relative conclusioni sulla locomozione proviene da osservazioni visive e uditive di cavalli in movimento. Chiunque abbia visto un buon vecchio film western, dove l’eroe cavalca verso l’orizzonte, si rende conto che vi è differenza nel rumore degli zoccoli di un cavallo che trotta o di uno che galoppa. Anche se i vari suoni del battito degli zoccoli ci permettono di stabilire il ritmo degli appoggi nelle diverse andature, non ci dicono nulla sui criteri che definiscono la struttura ottimale o lo stile di movimento necessario a produrre efficaci risultati in una determinata andatura.

 

Le ricerche sulle andature degli animali iniziarono nel XVIII secolo e progredirono piuttosto lentamente, probabilmente a motivo dell’inadeguatezza delle apparecchiature di rilevazione. Con l’invenzione della cinepresa e delle lastre fotografiche, vi fu una accelerazione nei progressi.

 

Forse la persona che dovrebbe essere definita il padre della fotografia del movimento è Eadweard Muybridge (1830-1904); eseguì il suo primo esperimento fotografico nel 1872. Poiché la macchina non aveva un diaframma (il tempo di esposizione era stabilito dal togliere un coprilente di fronte alla macchina fotografica per un determinato periodo di tempo) le fotografie furono un fallimento.

 

Più tardi, quando finalmente Muybridge fu in possesso di una macchina fotografica con diaframma meccanico, Leland Stanford, allora Governatore della California e fondatore della Stanford University, assoldò Muybridge per risolvere una volta per tutte una disputa vecchia di secoli sulla sospensione durante il trotto del cavallo. Nel 1897 Muybridge depositò un gran numero delle sue fotografie alla Libreria del Congresso. Neanche a dirlo le immagini (alcuni esempi nell’immagine di testata) sconvolsero i disegni con posizioni standard in movimento effettuati da Meissonier, Marey e altri pittori europei di animali.

 

Possiamo dire che Frederic Remington fu il primo artista che vendette al pubblico dipinti corretti dal punto di vista dello stile delle andature e delle posizioni degli arti perché correggeva pitture e disegni servendosi delle fotografie (probabilmente le sue opere furono influenzate dal lavoro di Muybridge).

 

Le foto di Muybridge furono copiate e presentate in libri differenti senza venirne citato (Stillman, Osgood e altri). Nonostante ciò per la notevole attenzione suscitata nel mondo artistico e scientifico Muybridge continuò il suo lavoro nel 1884 e nel 1885 perfezionò all’Università di Pennsylvania fotografie a lastra secca, più o meno nello stesso tempo in cui lo facevano Eastman e altre industrie.

 

Il lavoro fu riportato nel libro «Animal in Motion», del 1887; dal momento che i risultati erano riportati su fotografie, le scoperte erano valide e disponibili a tutt’oggi (proprietaria la Dover Publishing Company) e sono state usate come base per molti ulteriori studi.

 

Il lavoro di Muybridge, naturalmente, provava qual era la sequenza degli appoggi e le animazioni durante le andature; stabiliva poco di ciò che produceva l’effettivo movimento, dal momento che, ai suoi tempi, non era ancora stato inventato un equipaggiamento capace di testare le forze coinvolte nella locomozione.

 

Nel 1893 il cap. Horace Hayes pubblicò un libro ben conosciuto nella storia del movimento Points of the Horse. Nel 1895, E.J. Marey, francese, pubblicava il suo libro Movimento in Inghilterra (l’edizione francese era stata pubblicata prima del libro di Hayes). Il libro di Marey descriveva nel dettaglio un metodo cronografico per registrare la durata e la sequenza di ciascuno zoccolo di cavallo sul terreno.

 

Una piccola palla di gomma, riempita con del fluido, veniva attaccata a ciascun piede; il contatto del piede con il terreno schiacciava la palla e trasmetteva la forza attraverso un tubo ad un fusto continuo che registrava; il fusto era tenuto in mano dal cavaliere. Anche se questo dispositivo era in grado di registrare la sequenza e la durata degli appoggi non diceva nulla sull’atteggiamento del cavallo (posizione di gambe, testa e corpo durante ciascuna fase della locomozione). Per tutto questo erano necessarie le foto di Muybridge.

 

Seguirono altre pubblicazioni; probabilmente il testo più significativo pubblicato successivamente sul soggetto della locomozione fu l’edizione del 1944 di Speed in Animals di Brazier Howell.

 

In anni recenti, con l’avvento delle macchine fotografiche ad alta velocità, delle cineprese, delle videocamere, delle lastre a pressione, delle tecniche biochimiche, della cineradiografia a raggi X e dell’analisi computerizzata, autori e ricercatori come Hildebrand, Gambaryan, Miller, Pratt, Sukhanov, Brown ed altri (si veda la bibliografia delle fonti) hanno contribuito con grandi quantità di nuove conoscenze alla scienza della locomozione, e le loro scoperte saranno sintetizzate di volta in volta nella prosecuzione di questo testo.

Situazione della ricerca ai nostri giorni

Attualmente sono stati realizzati molti studi sul cavallo (Pratt e altri) col risultato che si sa molto su questo tema; sfortunatamente molti pensano che «ciò che è applicabile al cavallo è anche applicabile al cane», cosa che si è rivelata falsa in molti casi ed è fonte di continui equivoci.

 

Per la persona comune il cavallo è un animale che rappresenta la macchina da movimento ideale ma dal punto di vista biologico non è così. Il cavallo poteva essere addomesticato, la sua taglia permetteva il traino di grossi pesi risparmiando fatica umana, aveva una intelligenza sufficiente per essere addestrato ed era discretamente veloce nel trasporto delle persone. Il cavallo è stato preferito più per ragioni di addomesticazione che come corridore ideale.

 

[Canton, Mario. Princìpi di Locomozione. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2013]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.