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Distillato di Cinologia n. 34
L’applicazione degli standard

  1 maggio 2020 Banner distillati cinofilia

Distillato cinologiaL’applicazione degli standard

Una «pillola» di Metodologia e, più precisamente, di valutazione. Sul tema del contenuto degli standard e della sua applicazione.

 

Sulla base di quanto più volte esposte in questi «distillati», dovrebbe alla fine risultare chiaro che c’è differenza tra il tipo di locomozione preferita alle esposizioni e ciò che si può provare sia funzionalmente corretto. Che un giudice se ne renda conto o meno, è legato alle espressioni dello standard, e le espressioni di uno standard potrebbero non riflettere ciò che attualmente si conosce come efficiente locomozione necessaria per lo scopo di una razza nella vita.

 

Per esempio, non occorre un genio per rendersi conto che l’andatura steppata di un Pinscher manca di efficienza funzionale e che il rollìo del Pechinese è per un effetto estetico, non per efficienza. Il Pinscher ha un trotto steppato (hackney-like) progettato per piacere alla gente. Il suo stile di trotto non è energeticamente efficiente, né intende esserlo.

 

Ma il problema non finisce qui. A volte le espressioni sono state inserite negli standard nell’errata convinzione che il movimento descritto fosse funzionalmente corretto, e anche se oggi il giudice potrebbe sapere che le descrizioni non sono corrette, è tenuto, per regolamento, ad applicare tecnicamente ciò che è scritto.

 

Oppure ci possono essere casi dove la tradizione o la prassi ha sviluppato un’errata credenza su ciò che costituisce la perfezione come, per esempio, una eccessiva angolazione e l’andatura scadente che ne risulta.

 

Anche se l’intento dovrebbe essere quello di sottolineare ciò che si può provare sia funzionalmente corretto per la locomozione, non bisogna credere che ciò che è funzionalmente corretto sia sempre vincente o sia sempre descritto in uno standard. Troppo spesso i fattori portati all’estremo, come una eccessiva estensione o distensione, spesso sono superati da un corretto fattore medio. Alle esposizioni l’assunto «se poco e bene, di più è meglio» sembra prevalere troppo spesso.

Limitazioni in un unico verso

Gli standard di razza spesso prevedono limitazioni in un unico senso, del tipo «è richiesta una lunga distensione» oppure «l’osso della gamba non deve essere troppo largo» o ancora «il mantello dovrebbe essere lungo». La maggior parte delle caratteristiche razziali possiedono due limiti: troppo o troppo poco.

 

La mancanza di una corretta definizione ha indotto la produzione nei raduni di razza di cose «più alte e più belle» (?) o «sempre più lunghe» o «sempre più piccole». Ora abbiamo razze con mantelli troppo lunghi per essere utili nello svolgimento dell’originale funzione di una razza come, per esempio, nel Cocker Spaniel americano o nell’Afgano.

 

Abbiamo razze giganti che hanno movimenti talmente goffi da essere incapaci di svolgere la loro funzione originaria. Abbiamo Bassethound di tipo americano con gambe troppo corte per spostarsi su terreni accidentati senza spellarsi il torace (in Gran Bretagna i Bassethound sono mediamente più alti sulle gambe di 2-3 cm).

 

L’atteggiamento «di più è meglio» dovrebbe essere sostituito dal concetto «l’ottimale è meglio».

 

Sino a tempi recenti, non erano disponibili risultati di test che fissassero limiti alle caratteristiche fisiche desiderabili come per esempio l’ottimale inclinazione della scapola o lunghezza della gamba per la locomozione. Le affermazioni che si trovano nelle pubblicazioni esistenti sono, in generale, delle pure e semplici opinioni non dei fatti. Come già abbiamo sottolineato, l’intento in questo testo è evidenziare ciò che si può provare sia più favorevole per un determinato modo di muoversi mediante apposite misurazioni, non riportare semplicemente quello che si crede sia corretto.

Fonti

L’affermazione che qualcosa sia vero senza riferimento alla sorgente dell’informazione è nulla più che un espressione verbale. Parlando in generale la prova di un fatto si deriva da misurazioni o accurati resoconti di osservazioni; una prova non è una questione di opinione. In passato, decisamente troppe opinioni e troppo pochi dati da misurazioni sono entrati a far parte di scritti su ciò che si credeva fosse giusto o sbagliato nella struttura di un cane o nel modo di muoversi necessario per la perfezione della locomozione nei cani.

 

La sorgente dei fatti affermati, se sono dei veri fatti, dovrebbe sempre essere identificata. Alla fine di ogni distillato c’è almeno una indicazione bibliografica compilata per argomento.

 

[Canton, Mario. Princìpi di Locomozione. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2013]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.