Libri & Natura Il sito di Mario Canton

Distillato di Cinologia n. 25
L’esame sullo standard

  22 aprile 2020 Banner esame su standard

Distillato cinologiaL’esame sullo standard

Una «pillola» di metodologia e, più precisamente, di valutazione. Sul tema dell’esame sullo standard.

 

In teoria, il miglior soggetto di una razza funzionale dovrebbe essere selezionato sulla base della conformazione ottimale che si ritiene produca prestazioni superiori nella funzione della razza. Secondo le regole e la tradizione, nelle esposizioni canine la selezione del miglior soggetto è basata su due tipi di osservazione: l’esame in posa e l’esame al trotto. Alla maggior parte dei soggetti esposti non si chiede di effettuare i compiti per i quali sono stati progettati.

 

Per tale ragione, i giudici dovrebbero essere sempre in grado di riconoscere quale stile di movimento o struttura sono indicativi della perfezione nella funzione della razza (galoppare, combattere con i tori, agility, piacere alla gente o altre considerazioni). L’atteggiamento che il tipo ideale di trotto di resistenza ci possa dire tutto ciò che abbiamo bisogno di sapere sulla locomozione desiderabile per una razza è semplicemente ridicolo.

 

Questo atteggiamento introduce l’effettiva possibilità che gli allevatori producano soggetti dal trotto «ideale» che contribuiscono al deterioramento della specifica funzione delle razze, come sta accadendo oggi in diverse razze incluse le varie razze levriere.

 

Dal momento che alle esposizioni ci dobbiamo limitare all’osservazione del movimento a bassa velocità, il meglio che possiamo fare è stabilire dei criteri che ci indichino, nella maniera più verosimile possibile, in che modo un cane dovrebbe trottare per indicare efficienza nella propria funzione. Anche se questo non potrà mai essere fatto in modo soddisfacente al 100%, questo approccio risulterà di gran lunga superiore alla nozione comunemente sponsorizzata che esiste un «universale» stile di trotto applicabile a tutte le razze.

 

I tratti esteriori che indicano l’adeguatezza di un cane per una determinata andatura costituiscono una piccola percentuale di quei fattori necessari a una completa analisi della capacità di un cane di fornire una determinata prestazione. Noi non possiamo valutare la capacità mentale di un cane, la sua coordinazione fisica, la funzionalità del suo tratto digerente o il suo sistema di rifornimento energetico.

 

A motivo di questa impossibilità di valutare tutti i fattori rilevanti per una prestazione, quelli che possono essere valutati esteriormente, vengono considerati in maniera sproporzionata alla loro importanza. Per esempio, difetti che facciano traballare gli arti sono quasi trascurabili per importanza in alcune funzioni, come ad esempio andare in tana, tuttavia non sono assolutamente condonati nel ring di esposizione. Molti campioni di lavoro non hanno mai raggiunto un giudizio eccellente perché «mancavano di distinzione».

 

Dal momento che le esposizioni si basano sull’apparenza e le prove di lavoro si basano sulla prestazione, ci sarà sempre abbondanza di opinioni divergenti sino al momento in cui i due tipi di manifestazioni saranno combinate in un unico evento.

 

I Beagle da prove di lavoro sorpassano numericamente – negli USA – i soggetti da esposizione; nonostante questo negli ultimi 60 anni non si è mai registrato un campione assoluto (N.d.A.: campione in entrambe le manifestazioni, esposizioni e prove di lavoro). Perché?

 

Anche se la perfezione del metodo di movimento potrebbe essere essenziale per la sopravvivenza allo stato selvaggio, questo non è necessariamente vero per i cani domestici. Per gli scopi delle esposizioni o per proprio piacere, la gente ha la possibilità di proteggere e riprodurre ciò che allo stato selvaggio non potrebbe durare, sino al punto di mantenere razze che richiedono il taglio cesareo per nascere.

 

Per mantenere l’integrità dello scopo di una razza canina, è stato compilato per ciascuna razza, dalle varie società specializzate che se ne occupano, uno standard of perfection che elenca i requisiti relativi all’essenza della razza. Le Isole Britanniche e l’Australia adottano gli standard del Kennel Club inglese; il Canada ne possiede di propri. Alla maggior parte delle esposizioni canine negli USA vengono adottati gli standard dell’American Kennel Club, in altre si usano quelli dello United Kennel Club. Nella maggior parte delle nazioni europee, asiatiche e sudamericane sono adottati gli standard della FCI.

 

Al momento della prima redazione di molti standard, pochissime informazioni affidabili erano conosciu­te riguardo alla struttura, alla locomozione e all’efficienza muscolare che necessitavano per un determinato scopo o funzione; circa la metà degli standard omette una descrizione dello stile di trotto di ciascuna razza e di quelli che lo fanno, molti contengono delle ambiguità. Recentemente, chi si occupa di un ramo della scienza denominato «analisi del movimento» ha contribuito a una migliore comprensione del corretto stile di locomozione e della struttura (morfologia) desiderabile per produrre una locomozione ottimale per una determinata funzione.

 

Per una serie di motivi, purtroppo, solo accenni di queste conoscenze sono filtrate nel mondo della cinofilia, probabilmente perché molte scoperte sono state pubblicate in riviste tecniche specializzate e difficilmente comprensibili come ad esempio il Journal of Morphology o il Journal of Experimental Biology.

 

Alcune delle recenti scoperte, come ci si poteva aspettare, hanno invalidato numerose teorie sui cani professate dai cinofili, e queste includono, ad esempio, l’ottimale inclinazione delle scapole e l’ottimale distensione in avanti di una zampa durante il trotto.

 

Attualmente sono state effettuate o sono in corso test di analisi del movimento condotte su cavalli e in misura minore su cani. Anche se le indagini sui cani non sono state svolte in maniera tanto estesa quanto si desidererebbe, ciò che è stato fatto prova in modo conclusivo che molti criteri usati dai giudici in esposizione per valutare la qualità del trotto funzionale di un cane necessitano di una attenta riconsiderazione.

 

Le razze che sono state progettate per piacere esteticamente alla gente complicano ulteriormente il giudizio per il fatto che sono assai incostanti le regole per decidere quale stile estetico di locomozione sia accettabile; la bellezza sta «nell’occhio di chi osserva».

 

Sebbene sia bene basarsi nell’analisi del movimento e nella locomozione su fatti determinati dall’uso di misurazioni, non si deve credere che si considerino poco importanti i punti di uno standard che definiscono l’aspetto richiesto o che specificano un movimento caratteristico. Alle esposizioni, sono e saranno presi in considerazione, ma una trattazione estesa dell’estetica della locomozione o dell’aspetto individuale viene lasciata ad altri. Nello svolgimento di questi «Distillati» sarà fatto ogni sforzo per presentare corrette ed effettive affermazioni basate su scoperte derivate dalla ricerca scientifica, e ne verranno citate le fonti.

 

Per quanto riguarda la funzionalità dei cani e delle razze canine lo sviluppo di questi «Distillati» prenderà in considerazione i seguenti aspetti:

  1. i concetti di base della locomozione,
  2. le recenti importanti scoperte sulla locomozione,
  3. la descrizione delle andature,
  4. la valutazione dell’adeguatezza strutturale per un determinato tipo di locomozione (galoppo, trotto di resistenza, combattimento, ecc.),
  5. la descrizione della dinamica del movimento,
  6. la descrizione della struttura di una razza e dello stile di trotto posseduto da quei soggetti che dimostrano la massima efficienza per la funzione o lo scopo operativo della razza,
  7. e anche la descrizione delle andature visivamente attraenti.

Se lo standard di una razza devìa da ciò che si ritiene sia funzionalmente corretto, lo si evidenzierà.

 

Sulla base di quanto esposto, dovrebbe alla fine risultare chiaro che c’è differenza tra il tipo di locomozione preferita alle esposizioni e ciò che si può provare sia funzionalmente corretto. Che un giudice se ne renda conto o meno, è legato alle espressioni dello standard, e le espressioni di uno standard potrebbero non riflettere ciò che attualmente si conosce come efficiente locomozione necessaria per lo scopo di una razza nella vita.

 

Per esempio, non occorre un genio per rendersi conto che l’andatura steppata di un Pinscher manca di efficienza funzionale e che il rollìo del Pechinese è per un effetto estetico, non per efficienza.

 

Ma il problema non finisce qui. A volte le espressioni sono state inserite negli standard nell’errata convinzione che il movimento descritto fosse funzionalmente corretto, e anche se oggi il giudice potrebbe sapere che le descrizioni non sono corrette, è tenuto, per regolamento, ad applicare tecnicamente ciò che è scritto.

 

Oppure ci possono essere casi dove la tradizione o la prassi ha sviluppato un’errata credenza su ciò che costituisce la perfezione come, per esempio, una eccessiva angolazione e l’andatura scadente che ne risulta.

 

Anche se l’intento di questi «Distillati» è quello di sottolineare ciò che si può provare sia funzionalmente corretto per la locomozione, non bisogna credere che ciò che è funzionalmente corretto sia sempre vincente o sia sempre descritto in uno standard. Troppo spesso i fattori portati all’estremo, come una eccessiva estensione o distensione, spesso sono superati da un corretto fattore medio. Alle esposizioni l’assunto «se poco e bene, di più è meglio» sembra prevalere troppo spesso.

 

[Canton, Mario. Princìpi di Locomozione. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2013]

 

———

 

Saluti a tutti e a rileggerci presto.