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Distillato di Cinologia n. 24
Il trotto universale

  21 aprile 2020 Banner trotto universale

Distillato cinologiaIl trotto universale

Una «pillola» di metodologia e, più precisamente, di valutazione. Sul tema della locomozione.

 

Per definizione, la locomozione è l’azione o la capacità di spostarsi da un posto all’altro cioè la capacità di viaggiare. In che modo i cani dovrebbero viaggiare con una andatura che dimostri una efficiente locomozione per la loro funzione costituisce l’argomento principale di uno studio del movimento nel cane.

 

Dal momento che le razze canine hanno molte funzioni differenti, come galoppare velocemente, riportare le prede, controllare le greggi, combattere, nuotare o piacere alla gente, questo argomento richiede una trattazione piuttosto estesa, molto più estesa di quanto la maggior parte dei cinofili potrebbe aspettarsi.

 

Riconosciamo che in esposizione il giudice è obbligato a seguire lo standard scritto della razza senza tenere conto se l’eventuale andatura descritta sia o meno energeticamente efficiente. In una trattazione tecnico-scientifica di questi aspetti lo scopo dovrebbe essere quello di descrivere se l’andatura o il modo di realizzare un’andatura sia funzionalmente efficiente per una determinata razza, sottolineando eventualmente se la descrizione sia contraria a quanto stabilito dallo standard.

 

Anche se si crede che alle esposizioni la selezione sia basata sul giudizio di quale struttura o tipo di movimento indichi la perfezione del soggetto rispetto alla funzione della razza, bisogna riconoscere che spesso la selezione del miglior soggetto alle esposizioni è basata su ciò che è esteticamente affascinante per l’osservatore; in alcune razze, considerazioni cosmetiche, presenza scenica, attrazione estetica sembrano essere i criteri prevalenti per la selezione piuttosto che quelle abilità così necessarie in una razza per una prestazione funzionale di successo.

 

Dal momento che l’origine della maggioranza delle razze lo è stato per uno scopo operativo, lo sforzo principale dovrebbe essere orientato verso la descrizione di tipi di locomozione che indichino adeguatezza funzionale. Per esempio, nel giudicare le qualità di un Greyhound, il fine dovrebbe essere quello di selezionare i soggetti esposti il cui modo di muoversi indichi che sono dei corridori superiori; il trotto ideale «universale» così amato nel mondo delle esposizioni non dovrebbe nemmeno essere preso in considerazione.

 

Quando si giudica il trotto di un cane artico da slitta, la cui andatura normale è un galoppo di resistenza, il fine dovrebbe essere quello di selezionare il soggetto il cui stile di movimento indica che è efficiente nel galoppo di resistenza.

 

D’altro canto numerose razze sono tenute semplicemente per piacere alla gente come animali da compagnia o come status symbol; queste non hanno una funzione operativa. Per tali razze, lo stile di movimento non necessita di una base funzionale che non sia quella di piacere al proprietario o sia descritta nel proprio standard. Tuttavia si presuppone che allo stile di movimento dovrebbero perlomeno essere applicati, in assenza di una specifica funzione, dei criteri umanitari. Cioè le razze non dovrebbero avere uno stile di movimento associato a condizioni dolorose come, per esempio, la displasia dell’anca, l’artrite o la lussazione della rotula.

 

Razze bullAlle esposizioni la qualità della locomozione è giudicata per tradizione ad una sola andatura: il trotto. Inutile dire che tutte le razze canine non sono e non dovrebbero essere esperte trottatrici come si può osservare nel trotto di un Bulldog o di un Bull Terrier.

 

I Bulldog consumano energia in eccesso per ciascun passo del loro modo di muoversi. Dal momento che il Bulldog è progettato per il combattimento con i tori, un trotto di resistenza è per lui di poca o nessuna importanza, mentre invece la resistenza al ribaltamento dimostrata dal suo modo di trottare, è di capitale importanza. Il Bulldog è piuttosto largo e pesante all’anteriore e leggero al posteriore, il che produce un rollìo del posteriore in movimento. A differenza del Bull Terrier, il torace del Bulldog scende tra le gambe.

 

Il Bull Terrier non è un soggetto da trotto di resistenza; il minimo dispendio energetico durante il movimento non è una considerazione di primaria importanza. È una razza progettata per il combattimento e dovrebbe trottare «in una maniera da indicare che possiede resistenza al ribaltamento muovendosi con gambe parallele l’una all’altra». La velocità di spostamento non è importante, ma la potenza di spinta sulle zampe è invece importante. A differenza del Bulldog, le gambe sono sotto il torace (non al lato esterno del torace). Di importanza fondamentale nel giudicare il Bull Terrier è la qualità della sua testa ovoidale.

 

Riprendendo il discorso, questo significa che alcune razze vengono giudicate a una andatura nella quale non dovrebbero essere efficienti. Quando si giudica la qualità del trotto di un cane galoppatore la questione non dovrebbe forse essere: «Come dovrebbe trottare questo soggetto per dimostrare la sua superiore abilità nel galoppo?». Sicuramente la questione non è: «Come dovrebbe trottare efficientemente un trottatore?».

 

Dal momento che razze canine diverse hanno molte funzioni diverse non è logico aspettarsi molti differenti tipi di trottare che dimostrino una superiore abilità nella funzione di ciascuna razza?

 

La grande maggioranza di opere di scrittori cinofili, insistendo nella spiegazione di quale sia l’efficiente stile di trotto necessario per un movimento resistente, ha indotto molte persone che questo unico stile descritto debba essere «universalmente» applicato a tutte o alla maggior parte delle razze. Non è così. Tale descrizione di un eccellente stile di trotto di resistenza dovrebbe applicarsi solo a quelle razze la cui funzione richiede di coprire al trotto distanze molto lunghe (non al canter o ai vari galoppi o per altre funzioni).

 

Dal momento che la maggioranza delle razze non ha come scopo primario quello di percorrere lunghe distanze al trotto, solo poche razze dovrebbero muoversi con il cosiddetto stile di trotto di resistenza «universale».

 

Il punto è questo: molti stili di trotto si evidenziano o dovrebbero evidenziarsi nelle esposizioni canine, ed è necessario, per le finalità di un corretto giudizio, poter riconoscere i diversi stili che indicano la possibilità di fornire una superiore prestazione nella specifica funzione.

 

Quindi, per sintetizzare: ciascuna razza canina che abbia una funzione operativa dovrebbe avere uno stile di trotto che denoti efficienza nella sua funzione. Dal momento che le razze canine hanno molte funzioni diverse inclusa la funzione di piacere alla gente, si evidenzieranno molti stili di trotto diversi. L’applicazione di un universale stile di trotto a tutte le razze canine è priva di logica.

 

[Canton, Mario. Princìpi di Locomozione. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2013]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.