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61+ libri per ridere e sorridere – Parte II

  15 marzo 2020 Banner bambino che ride

Uomo che ride[Segue dalla prima parte]

 

31. Quando siete inghiottiti dalle fiamme (2008) di David Sedaris. Con dissacrante ironia l’autore ci racconta l’assurdità del mondo di oggi. Un umorismo tagliente e veloce, capace anche di sublimarsi in momenti di autentica commozione e pietà per chi cerca un senso al proprio stare al mondo. Consigliabile anche il suo Me parlare bello un giorno una raccolta di racconti che prendono sempre spunto da vicende personali e autobiografiche narrate in chiave ironica ed esilarante: dalle sue disavventure con l’apprendimento della lingua francese, in seguito a un trasferimento a Parigi, ai ricordi di lezioni di logopedia, alle sue frustranti lezioni di chitarra, alle disavventure con l’arte contemporanea o con le aberrazioni della «nouvelle cousine» fino alle sue sperimentazioni da insegnante alternativo. Ottimi anche Ciclopi e Bestiole e bestiacce ma difficile trovare un suo titolo che non centri l’obiettivo di una ironia dissacrante.

 

32. Money (1984) di Martin Louis Amis. Il personaggio centrale di Money, John Self, con il quale l’autore prolunga la battuta, proprio quando si pensa di aver sentito la battuta finale. Il libro è una barzelletta di trecento pagine su ognuno di noi. Ma non c’è troppo a ridere perché la barzelletta potrebbe essere l’unica verità. Da leggere anche L’informazione (1995).

 

33. Costumi degli italiani di Gianni Celati. Sono all’apparenza piccole storie, vicende senza importanza, che hanno invece la capacità di suonare corde davvero universali. Sempre senza retorica, con la leggerezza e il linguaggio di un’ironia quasi distratta, l’autore ci mostra la realtà dietro le apparenze. Ci porta a spasso attraverso gli italici costumi più stereotipati. Come guardare le fotografie dei nonni e rendersi conto che non siamo poi tanto diversi.

 

34. Il pensatore solitario di Ermanno Cavazzoni. L’autore è geniale e qualunque cosa scriva merita di essere letta. Qui si parla di personaggi bizzarri e un po’ folli, piccoli protagonisti di surreali imprese o di vite dalla sorte inverosimile. Storie e personaggi che dimostrano come spesso per raccontare la realtà con efficacia occorra guardarla da un punto di vista originale.

 

35. Il destino si chiama Clotilde di Giovannino Guareschi. La storia è una parodia dei romanzi d’appendice ottocenteschi, zeppa di colpi di scena, storie d’amore improbabili, avventure esotiche, scene d’azione, enigmi e rivelazioni assortite, con uso corrispondente dei registri del linguaggio letterario, dal pomposo allo strappalacrime, spesso usati (volutamente) in modo incongruo. Ovviamente da leggere anche i romanzi con protagonisti Peppone e Don Camillo.

 

36. Elianto (1996) di Stefano Benni. Benni ha scritto molti testi umoristici, difficile scegliere solo un’opera per rappresentarlo. Elianto è in stile barocco e poetico, un’esplosione di fantasia, personaggi e satira. Un’altra sua opera famosa è Bar sport (1976) una perla di umorismo italiano. L’autore gioca con gli stereotipi, li accentua fino a raggiungere effetti comici garantiti. Il Bar sport è una commedia umana tutta italiana, centro di un universo di personaggi. Bar Sport è una raccolta di racconti che raccoglie storie ambientate in un tipico bar italiano dalle inesistenti pretese, dall’insegna malandata e dagli bassi standard igienici. Il tipo di locale in cui a ciascuno è capitato di entrare almeno una volta nella vita.

 

37. L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde. Da quando è stato messo in scena nel 1895, la commedia teatrale, ha deliziato il pubblico e i lettori con il suo gioco di parole infinitamente geniale. Oltre a una trama avvincente e a dialoghi avvincenti, questa commedia classica impiega ogni sorta di trucchi di linguaggio che hanno continuato a divertire per più di un secolo.

 

38. Che fine ha fatto Bernadette? di Maria Semple. Quello che succede a una madre che si stanca della sua vita e del suo stile di vita in una città dove è considerata troppo audace (dal marito), troppo oltraggiosa (dalle altre mamme) e troppo rivoluzionaria (dai colleghi). Diventa così una misantropa agorafobica che non può più funzionare, nemmeno in un viaggio premio in Antartide con la sua devota figlia. Commovente, geniale, e molto molto divertente.

 

39. Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me solo i noccioli? di Erma Bombeck. L’autrice attraverso una raccolta di scenette quotidiane, affronta il bollente tema della «casalinghitudine» e, in particolar modo, la sopravvivenza ad esso. Un mix di sketch con scenette esasperate, caratteristica vincente, senza scadere nel grottesco. Dal 1965 al 1996, l’autrice ha scritto quasi 5.000 articoli di giornale su cosa significasse essere una comune casalinga nel Midwest e il suo stile ironico e asciutto è piaciuto a quasi tutti, anche se non erano casalinghe.

 

40. Il lamento di Portnoy (1969) di Philip Roth. Il libro è raccontato dal divano di uno psicoanalista in cui il protagonista soffre di un disordine in cui gli impulsi etici e altruistici fortemente sentiti sono perennemente in guerra con desideri sessuali estremi, spesso di natura perversa. In realtà non è quasi mai divertente, ma la letteratura «alta» può essere spiritosa, può essere ironica, può essere assurda, può, ovviamente, essere comica; ma la vera e propria risata è rara e a denti stretti.

 

41. Gli innocenti all’estero (1869) di Mark Twain. Nessuno scrive libri di viaggio come l’umorista Mark Twain. In «The Innocents Abroad» (alias «The New Pilgrims’ Progress»), l’autore descrive il suo viaggio che ha portato lui e i suoi compagni americani da New York City, in Europa e in Terra Santa nel 1867. Pieno di esasperazione, soggezione e comicità da ridere, questa lettura imperdibile può far rimpiangere ai viaggiatori contemporanei i giorni dei piroscafi a vapore. D leggere anche Le avventure di Tom Sawyer». Tom Sawyer è un consumato intrallazzatore, ma il suo fascino e la sua natura disinvolta gli impediscono di essere a lungo nelle cattive grazie di chiunque. Buono anche «Le frontiere dell’allegria», che raccoglie tutte le novelle e i racconti umoristici di Twain.

 

42. Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop (1987) di Fannie Flagg. Una storia d’amore popolare e generazionale incentrata su un caffè nella città ferroviaria di Whistle Stop, Alabama. Descritto come “riccamente comico” da Harper Lee e nominato per un premio Pulitzer, Flagg usa una combinazione di crudeltà e umorismo per affrontare temi come la razza, il lesbismo e la famiglia nel profondo sud americano. È un romanzo ormai classico su due donne: Evelyn, che è nella triste crisi della mezza età, e la signora Threadgoode dalla testa grigia, che racconta la storia della sua vita.

 

43. Comma 22 (1961) di Joseph Heller. La storia è ambientata mentre la seconda guerra mondiale si avvicina alla fine e riguarda Yossarian, un pilota di bombardieri americano, seriamente impegnato a rimanere vivo in un mondo di follia. Una specie di versione aerea di MASH ambientata nel 1945. Tranne che più divertente. La scrittura è incessantemente onesta come i personaggi della base aerea vivono e muoiono, amano e falliscono in quel tipo di follia che può esistere solo nell’esercito. Grande satira, non sentimentale, volgare e brutalmente isterica.

 

44. L’isola della sacerdotessa dell’amore (1997) di Christofer Moore. Un libro folle ed esilarante dove un pilota d’aerei totalmente incapace, si ritrova in missione in un’isola sperduta della Micronesia tra battute corrosive e incontri deliranti. Altri suoi libri famosi (e divertenti) sono «Il vangelo secondo Biff, amico d’infanzia di Gesù» (2002) e «Fool» (2009).

 

45. Quelli delle mezze maniche (1893) di Georges Courteline. Il libro vide inizialmente la luce su «L’écho de Paris» sotto forma di raccontini dedicati alla vita d’ufficio (la vie de bureau), poi ricuciti e adattati a formare sei quadri corrispondenti ad altrettanti capitolo del romanzo, ambientato in un ufficio ministeriale. È una descrizione parodistica e impietosa della varia umanità che popola il mondo impiegatizio.

 

46. Il caso dei libri scomparsi: Una biblioteca mobile (2010) di Ian Sansom. Israel Armstrong, giovane mezzo ebreo mezzo irlandese, è vegetariano, Nurofen-dipendente, decisamente sovrappeso ed esageratamente timido, anche se lui preferisce definirsi una Persona Altamente Sensibile. Ed è appena arrivato da Londra nella piccola cittadina di Tundrum, Irlanda del Nord, pieno di aspettative a ricoprire il suo primo posto come bibliotecario. Unico problema: nessuno lo sta aspettando. In effetti la biblioteca è chiusa. Ma sarà soltanto l’inizio dei suoi guai.

 

47. La fattoria delle magre consolazioni (1932) di Stella Gibbons. Il libro è un’esilarante parodia dei romanzi di D. H. Lawrence e Thomas Hardy. Racconta una stagione trascorsa dall’orfana mondana londinese al verde di 19 anni Flora Poste tra le sue relazioni rustiche, gli Starkadders. Ogni stereotipo offensivo della vita contadina è stato sovvertito in modo esilarante. Il romanzo ridicolo descrive in dettaglio cosa succede quando una prepotente ragazza di città cerca di immischiarsi negli affari rurali.

 

48. Allegro, ma non troppo (1988) di Carlo Cipolla. Il libro racchiude i due saggi «Pepe, vino (e lana) come elementi determinanti dello sviluppo economico dell’età di mezzo» e «Le leggi fondamentali della stupidità umana». È uno dei più bei saggi satirici che io abbia mai letto in vita mia.

 

49. La fattoria degli animali (1945) di George Orwell. Una fattoria viene rilevata dai suoi animali oberati di lavoro e maltrattati. Con un idealismo fiammeggiante e slogan elettrizzanti, si prefiggono di creare un paradiso di progresso, giustizia e uguaglianza. Una delle fiabe satiriche più eloquenti mai scritte, una fiaba per adulti che registra l’evoluzione dalla rivoluzione contro la tirannia a un totalitarismo altrettanto terribile. Divertente nei suo svolgersi paradossale.

 

50. One More Thing : Storie e altre storie 2014) di B.J. Novak. Il libro è una raccolta di racconti. Attraverso un’abbagliante gamma di soggetti, temi, toni e voci narrative, i molti pezzi di questa collezione non hanno nulla in comune, ma hanno una cosa in comune: condividono l’umorismo giocoso e uno scrittore con una feroce devozione per il divertimento del lettore.

 

51. Il paradiso degli orchi (1985) di Daniel Pennac. Nel Grande Magazzino in cui lavora, Malaussène è addetto ai reclami, costretto a farsi strapazzare da clienti insoddisfatti pur di mantenere i suoi tanti fratellini e una madre sempre incinta di vari uomini. Ma in quel magazzino iniziano ad esplodere una serie di bombe. Sospettato, il giovane indaga per scoprire il vero colpevole. Con questo frizzante giallo, Pennac inaugura il ciclo Malaussène, introducendo il lettore al mondo sgangherato e poetico di Ben, con comicità leggera e satirica tipica.

 

52. Cancella a tuo rischio e pericolo (2007) di Bob Servant. È un libro divertente e un regalo perfetto per chiunque abbia il senso dell’umorismo, e si faccia irritare dagli spammer di Internet e dalle loro noiose truffe. Bob Servant e l’ex boss dei cheeseburger di Dundee, fanno guerra ai truffatori e alle loro promesse di soldi facili, amore e lavoro remunerativo. L’ilarità deriva dalle richieste oltraggiose di Bob e dal modo in cui trascina gli spammer nel suo mondo folle, mondano e fuori registro.

 

53. Lo schiavista di Paul Beatty (2015). Vincitore del Man Booker Prize del 2016 è stato respinto 18 volte prima di trovare un editore. È un mix di arguzia caustica, prosa densa, riferimenti arcani. È una satira unica e brillante sulla razza in America. Un coltivatore di angurie affronta la Corte Suprema cercando di far reintrodurre la segregazione razziale nel suo quartiere di Los Angeles per poter tenere uno schiavo e nel processo sottolinea le contraddizioni, le ipocrisie e gli archetipi riduttivi dell’America bianca.

 

54. Trainspotting (993) di Irvine Welsh. Scelto da Andrew O’Hagan. Il romanzo ha un’autenticità surreale, che potrebbe sembrare una contraddizione fino a quando non si ricorda come erano i tempi in cui è stato scritto. Tutti i personaggi del libro si sentono totalmente impegnati nella propria visione del mondo in un modo che è esilarante e profondamente vero. L’umorismo è oscuro ma molto di ciò che fa ridere deriva dalla consapevolezza che queste persone sono brillantemente scortesi nei confronti della loro realtà, il che fa crollare la gente fin dai primi inizi della commedia.

 

55. L’uomo di marketing e la variante limone (1995) di Walter Fontana. Il lancio di un detersivo liquido per pavimenti. Il numero di vite umane necessario all’operazione. Un’incursione nelle grandi multinazionali dove persone adulte subiscono continuamente traumi infantili. La visita guidata in un mondo dove si delineano con chiarezza le strategie di marketing del terzo millennio e resta fitta la tenebra su quelle del mese prossimo. E finalmente la verità sulla pausa pranzo.

 

56. Il naso (1836) di Nikolai Gogol. Gogol non è particolarmente interessato a dare grandi lezioni come Dostoevskij o Tolstoj. Il suo stile vagabondo e diversivo costruisce mondi intorno a uomini pomposi e di piccole dimensioni che si ritrovano intrappolati in situazioni sempre più bizzarre, e pochi sono più bizzarri de Il naso. Un barbiere di San Pietroburgo taglia una pagnotta di pane e ci trova dentro un naso. Appartiene a un uomo di nome Kovalyov – che fa sì che la gente lo chiami “Maggiore”, pur non essendo un Maggiore – che si sveglia senza il suo naso. Si mette in viaggio per rintracciarlo, ma ha già iniziato a mascherarsi da essere umano. È molto divertente, e il modo assolutamente impassibile con cui Gogol racconta la storia, sottovalutando costantemente la sua stessa narrazione, è estremamente moderno.

 

57. Come ammazzare la moglie, e perché (1974) di Antonio Amurri. Questo libro non è un romanzo ma si sviluppa come una sorta di manuale utile ai mariti per potersi difendere dal loro più acerrimo nemico: le mogli.
Il libro è diviso in diversi capitoli che prendono il loro nome della tipologia di moglie e dal miglior modo per poterla uccidere in breve tempo. Antonio Amurri di tipologie di mogli ne ha individuate ben 31, ciascuna è caratterizzata da una precisa fobia, fissazione o difetto caratteriale.
58. Come Sono Diventato Stupido (2001) di Martin Page. Il libro è diventato un cult ed è stato tradotto in ben 15 lingue. Il romanzo ha come protagonista Antoine, un giovane studente sui generis. Da piccolo la sua ambizione era quella di diventare Bugs Bunny, mentre da più grande avrebbe voluto essere Vasco de Gama. Il suo percorso universitario segue un non-ordine perché è dettato dalle sue passioni, che crescono e mutano sempre. Antoine cerca come gli altri suoi coetanei la felicità che, per una serie di circostanze, stenta ad arrivare. Collezionando continui fallimenti, decide di capovolgere la propria vita, sforzandosi di diventare stupido perché è l’intelligenza, secondo lui, ad essere la causa principale della sua infelicità.

 

59. Zia Mame (1958) di Patrick Dennis. Alla morte del padre, Patrick, bambino di 10 anni, viene affidato alle cure e tutele di una zia, ultima parente rimasta in vita, la quale lo prende volentieri sotto la sua egida. Da qui la trama è molto semplice e si snoda attraverso le peripezie che vedono, come protagonisti, zia Mame e l’orfanello in questione. Il libro, sebbene segua un arco temporale che scorre dagli eventi più lontani agli eventi più recenti, intervalla le vicissitudini della strana coppia, da ricordi flash di un Patrick ormai adulto che fungono da cornice all’intero romanzo.

 

60. Arrivano i Sister (2011) di Patrick deWitt. Il romanzo, ambientato in Oregon e California nel 1851, vede come protagonisti Eli Sister (il narratore) e il fratello Charlie, due sicari assunti per uccidere il cercatore Hermann Warm, descritto come ladro. Quando lo trovano si rendono conto che la situazione è in realtà molto diversa. La serie di avventure che li vedono coinvolti ricorda quelle del romanzo picaresco.

 

61. E per chiudere, anche se sono molto più famose le trasposizioni cinematografiche, i libri di Paolo Villaggio con protagonisti il ragionier Fantozzi e il geometra Filini sono sempre una buona scelta per trascorrere qualche ora divertente.

 

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