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Un traguardo o una ripartenza?

  18 marzo 2021 Banner pensionamento

18/3/2021 – Da ieri sono ufficialmente in pensione.

 

Quarantadue anni di lavoro sembrano stati abbastanza.

 

Nell’ultimo anno sono successe molte – troppe – cose.

 

C’è stata la pandemia da coronavirus che ha portato l’ormai tristemente nota sindrome chiamata Covid-19 e che tutti quelli che l’hanno vissuta non potranno facimente scordare.

 

E soprattutto se ne è andato il mio amato unico figlio.

 

Troppo duro questo mondo per un’animo come il suo.

 

Di lui non rimane che uno struggente ricordo e una sensazione di vuoto incolmabile.

 

Se n’è andato «in una notte di luna piena» come ha scritto un’amica che ben lo conosceva e a lui penso ogni giorno come se fosse ancora qui, aspettandomi di vederlo riapparire tutto d’un tratto come se rientrasse da un giro con la sua motocicletta.

 

E poi ho finalmente dato alle stampe due libri che per molti versi rappresentano una summa di parte degli argomenti ai quali mi sono dedicato in questi ultimi anni.

 

Ora dovrò decidere cosa fare della mia nuova vita.

 

Mi sento un po’ alla deriva; non è facile dopo più di sessant’anni di vita decidere cosa fare della propria esistenza.

 

Mia moglie non c’è moltissimo nella mia vita quotidiana, subissata com’è da un lavoro che le toglie persino il tempo per dormire e ancora a qualche anno dall’agognato pensionamento.

 

Per cui sono qui: si accettano suggerimenti!

 

Credo che in parte cercherò di recuperare varie abitudini, passioni e progetti sempre accantonati per mancanza di tempo.

 

Andare a pescare, scrivere, passeggiare – la montagna ancora mi affascina, anche se non potrò più avventurarmi su ferrate e cengie a strapiombo – curare la mia salute – martoriata da anni di stress «produttivo» – e forse riprendere con gli studi universitari.

 

Insomma di materile su cui lavorare ce n’è.

 

D’altronde la prossima tappa sarà quella definitiva, per cui, godiamoci il resto del percorso.