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The Browns

  10 febbraio 2020

JMC BrownNel 1938, prima che John Maitland Curtis Brown (1909-1993) iniziasse seriamente la sua carriera di topografo, lui e Thelma, sua moglie, iniziarono a esporre cani di razza. Iniziarono con i beagle e poi passarono ai barboncini e ai bassotti. Trascorsero gran parte della loro vita con i loro cani, e col tempo Thelma iniziò a occuparsi a tempo pieni di cani. Ben presto divenne un’appassionata di cani e giudice riconosciuta a livello internazionale.

 

Nel 1954, i Brown collaborarono alla stesura del libro «L’arte e la scienza del giudicare i cani» (The Art and Science of Judging Dogs). In seguito (1976) Curt scrisse un libro intitolato «Dog Locomotion and Gait Analysis» (Locomozione canina e analisi dell’andatura), basandosi in gran parte sulla sua vasta conoscenza dell’ingegneria che divenne un testo fondamentale nel campo della locomozione animale e canina in particolare. Successivamente Thelma, basandosi su questi scritti, pubblico «K-9 Structure & Locomotion» assieme a Edward M. Gilbert, a sua volta autore, assieme alla moglie Patricia, della monumentale (812 pagg.) «Encyclopedia of K-9 Terminology».

 

Non lo conobbi mai di persona, ma fra noi fu scambiato un fitto epistolario sui temi a lui cari della morfologia funzionale nelle razze canine, che è in parte responsabile del fatto che iniziai a scrivere di cinotecnia in senso tecnico-scientifico.

 

Gli regalai un testo (in italiano) sui cocker dove ritrovò le foto dei cocker con costruzione funzionale della sua gioventù e fu molto felice di questo. Mi incoraggiò a mandare copia delle mie opere alla Library (biblioteca) dell’AKC (American Kennel Club) di New York, dove ora si trovano i miei testi assieme a quelli di pochi altri miti storici della cinofilia italiana.

 

Gli sono estremamente grato per avermi introdotto a questo approccio non più di tipo artistico-umanistico dei cani di razza, ma di tipo tecnico-scientifico e sperimentale. Peccato che in Italia sia relativamente misconosciuto, ma leggere i suoi libri potrebbe fare una notevole differenza anche nella cinofilia moderna, sia da un punto di vista culturale che operativo.