Libri & Natura Il sito di Mario Canton

Storia di un post esplosivo

  12 marzo 2020 Banner palla cane

PallinaNon sono uno che passa le sue giornate sui social e neppure un professionista della rete o un influencer, come si dice oggi. Sono capitato su Facebook semplicemente perché mi hanno chiesto di iscrivermi a un gruppo che replicava un vecchio newsgroup Usenet a cui partecipavo quasi vent’anni fa.

 

Ora uso il mio diario per far conoscere i post del blog personale che sta sul mio sito e accompagno i collegamenti con qualche meme, battuta di spirito, aneddoto divertente, vignetta umoristica o simili tanto per scaricare in questo modo il desiderio di svago che fa da contraltare al blog, nel quale invece cerco di fare post più «seri», in genere di tipo scientifico-divulgativo.

 

In una di queste occasioni ho postato la composizione grafica che sta qui a fianco, la quale – per qualche sconosciuto motivo – è stata condivisa nel giro di qualche giorno da più di 1.200 persone e ancora non sembra essere finita. Tutto ciò è sconcertante.

 

Sono uno che ha qualche centinaio di «amicizie» in Facebook, buona parte delle quali è gente che conosco direttamente e che per lo più condivide con me la passione per i cani, quindi non mi spiego come una vignetta, peraltro neppure tanto originale abbia potuto fare numeri del genere.

 

Mi hanno spiegato che è l’algoritmo di Facebook che in presenza di numerose condivisioni «pompa» la diffusione del post creando a sua volta l’occasione per altre condivisioni. Nonostante questo non riesco a credere che ogni volta che torno sul post trovo decine di ulteriori condivisioni.

 

Ho cercato di dare una giustificazione a tutto questo pensando che in fondo, senza volerlo, ho toccato una sensazione ben nota ai cinofili: l’attaccamento morboso al giocattolo preferito del proprio cane che per lui rappresenta un espediente vitale nella propria interazione con i suoi umani.

 

Nonostante questo sembra comunque sorprendente che una battuta di una semplicità estrema abbia scatenato tanta empatia, perché di questo penso si tratti quando si arriva anche incosciamente a condividere un post trovato in rete.

 

Probabilmente qualche bravo psicologo riuscirà a trovare spiegazioni che a me sfuggono, ma per me tutto questo continua a essere sorprendente e a rimanere un mistero.