Irsutismo

  23 febbraio 2020

Ho cominciato a radermi la barba piuttosto presto. La prima volta che usai il rasoio per eliminare i c.d. “peli superflui” ero al secondo anno delle scuole medie, quindi avevo appena 13 anni.

 

Ho portato per quasi tutta la vita – con l’eccezione di qualche breve periodo – i baffi, finché non sono divenuti completamente di colore bianco, ma solo ultimamente mi sono lasciato crescere la barba.

 

I capelli, invece li ho portati lunghi da giovane – nel periodo in cui erano praticamente molto diffusi (anni’60-’70) – e corti e cortissimi poi, scelta dovuta anche al fatto che lavorando in ufficio a stretto contatto con le persone e per lo più in “abiti-divisa” (giacca e cravatta) i capelli lunghi sarebbero stati piuttosto scomodi da gestire.

 

Ho scoperto quindi recentemente, tutto l’armamentario necessario a coltivare la barba, cosa che mi avvicina al comune sentire dei miei amati cani e ai loro mantelli pelosi. Dopo un po’ si prende confidenza con forbici, rasoi, pettini, spazzole, detergenti, olii, creme e quant’altro di specifico per i «barbudos». Un mondo insomma.

 

Si scopre presto che il tempo guadagnato (circa un quarto d’ora) per rasarsi ogni giorno a mala pena basta per tenere in ordine la «foresta». E comunque se non ci si tiene curati si finisce per sembrare un cane che si gratta per le pulci. E la dermatite è sempre in agguato dietro l’angolo.