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Distillato di Cinologia n. 30
Variazioni di taglia

  27 aprile 2020 Banner variazioni estreme di taglia

Distillato cinologiaVariazioni estreme di taglia

Una «pillola» di Struttura e, più precisamente, di formato. Sul tema delle variazioni estreme di taglia.

 

Alcune variazioni estreme di taglia sono state usate con varia finalità nella selezione delle diverse razze canine producendo fenomeni fisiologici che si pongono agli estremi della scala volumetrica rappresentata dai vari soggetti. Lo scopo delle variazioni in taglia è spesso di tipo utilitaristico, almeno nelle sue origini; altre volte è invece di tipo puramente estetico.

 

Dal punto di vista dello sviluppo corporeo abbiamo due estremi opposti rappresentati dal «nanismo» e dal «gigantismo».

 

Dal punto di vista dello sviluppo articolare troviamo invece due altri tipi di estremi opposti rappresentati dal «bassottismo» e dal «levrierismo».

Bassotto come tipo morfologico

I Bassotti (intesi come tipo morfologico, non come razza) sono caratterizzati dal fatto di mantenere un corpo di dimensioni e proporzioni normali, come quello della razza da cui derivano, mentre i raggi ossei articolari hanno subito un accorciamento e una leggera torsione.

 

L’origine dei Bassotti è controversa: si parla di modificazioni prodotte dal rachitismo e fissate dall’uomo, oppure di mostruosità ereditarie, dovute a mutazione genetica, pure fissate e accentuate dall’uomo o infine la selezione artificiale verso animali con arti sempre più corti. Data comunque l’utilità di questa variazione essa è divenuta un carattere comune a più razze.

 

Le modificazioni dei raggi ossei nei Bassotti viene definita acondroplasia. Non è una modificazione rarissima in natura, anche altre specie la presentano: i Bassotti ne sono i rappresentanti nella specie Canis. Si produce durante lo sviluppo fetale con insufficiente accrescimento e allungamento delle ossa lunghe degli arti, con produzione di deviazioni più o meno accentuate, dovute ad una crescita scoordinata delle cellule delle cartilagini epifisarie definita con termine complessivo brachimetria.

Basset e briquet

Si inserisce a questo punto la discussione sui limiti da attribuire al termine “Bassotto”.

 

Alcuni famosi cinologi, specialmente francesi, non sono d’accordo sul definire indiscriminatamente Bassotti tutti i cani con arti relativamente corti, distinguendo i veri e propri “Bassotti” (Basset) con arti accorciati e ritorti, dai cani con arti accorciati e diritti (Briquet). La lunghezza dell’arto non dovrebbe superare la metà della lunghezza dell’arto presentata dalla razza normale che ha dato origine al Bassotto. Si comprende quindi come ogni razza potrebbe avere teoricamente un suo corrispondente “Bassotto”. La torsione dell’arto viene definita come zampa ritorta, mezza ritorta o diritta, intendendo per zampa ritorta la deviazione molto marcata verso l’esterno della regione carpo-metacarpo-falangea. Il nome Bassotto, infine, dovrebbe essere riservato ai cani da seguita e non ai vari Terrier ad arti corti, Bovari o Bassotti (stavolta intesi come razza). Il termine Briquet dovrebbe essere riservato invece ai cani che oltre agli arti privi di torsione, siano di altezza più vicina a quella della razza originaria.

 

Oggi questa distinzione nella terminologia non è così marcata. Bisogna osservare inoltre che molti soggetti Bassotti conservano, pur mantenendo una zampa relativamente diritta, una certa torsione dell’arto, scarsamente apprezzabile ad occhio nudo, ma rilevabile al tatto.

Nanismo

Il nanismo è una diminuzione “armonica” – ma si veda a questo proposito il paragrafo sui rapporti di scala – di tutte le dimensioni corporee di un soggetto normale. Molte razze normali hanno dei corrispondenti nani, fissati per selezione. Molto spesso è utile mantenere le caratteristiche di una determinata razza con dimensioni leggermente più piccole per particolari esigenze. Oltre un certo limite appare però inevitabilmente una regressione verso forme fetali come il cranio bombato, la dimensione delle ossa nasali, l’appiattimento della faccia, orbite enormi e poco profonde con bulbi oculari sporgenti, anomalie dentarie e genitali (criptorchidia in primo luogo). Si ha pertanto un nanismo di tipo teratologico a cui si giunge fatalmente da qualsiasi razza si parta se la diminuzione di taglia diviene eccessiva o troppo veloce. Come per il bassottismo anche il nanismo è una condizione instabile che se non controllata ritorna velocemente verso il tipo normale (Stockard).

Gigantismo

Il gigantismo è l’opposto del nanismo e si traduce in un aumento esagerato del peso e della taglia. Al contrario del nanismo non si incontrano deformità scheletriche (a parte i casi di acromegalia indotti sperimentalmente con l’uso di ormoni anabolizzanti, che esulano da queste considerazioni) e le razze giganti dimostrano una discreta omogeneità ereditaria nelle loro caratteristiche fisiologiche durante gli incroci. Dei rapporti con il temperamento si è già detto nell’apposito paragrafo. Vi si trovano generalmente maggiori difficoltà nell’attività sessuale (come peraltro nel nanismo spinto) e naturali problemi di lassità dei ligamenti. I motivi che hanno portato alla selezione delle razze giganti sono pure di tipo utilitaristico (resistenza in ambienti climaticamente ostili, per attività di sicurezza o di guerra, per la caccia a prede molto grandi, per la custodia di proprietà o animali da aggressori di notevole taglia, etc.); oggi la taglia è rimasta per lo più un problema estetico e il formato diventa più legato all’alimentazione e al clima che alla pura selezione.

Levrierismo

Il levrierismo è caratterizzato dallo stiramento di tutti gli elementi scheletrici (testa, tronco e arti) e per questo solo parzialmente può essere contrapposto al Bassottismo. Il risultato finale è un animale longilineo e molto spesso ultralongilineo. La taglia diversamente dalle tipologie fisiologiche sopradescritte, può essere molto diversa, come dimostra l’esistenza di varie razze levriere. La struttura, come si dirà più avanti, oltre ad essere un adattamento alla velocità offre anche vantaggi per la dispersione termica del calore prodotto nel notevole sforzo della corsa veloce mantenuta nel tempo (i ceppi levrieri originari sono di origine desertica). Contrariamente a quanto si legge di norma tutte le razze levriere conservano un olfatto pressoché normale e se appositamente addestrati, non hanno difficoltà nella cerca.

 

 

[Canton, Mario. Prontuario di Cinometrìa. Porto Viro: Antonio Crepaldi Editore, 2013]

 

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Saluti a tutti e a rileggerci presto.