Costruire mondi
5 febbraio 2020
Penso che sia difficile per qualsiasi scrittore ricreare interi mondi dal punto di vista storico e geografico come ha fatto JRR Tolkien. Il successo che ha avuto anche – e soprattutto – dopo la sua morte, la dicono lunga sullo spessore delle sue creazioni.
Devo dire che la mole delle sue opere spaventa un po’, a meno che non siate fanatici delle saghe fantasy, per cui una decina di titoli (o più) per saga sono la normalità. Personalmente ho iniziato a leggere «Il Signore degli Anelli» – sicuramente la sua opera più famosa – almeno tre volte per abbandonarla ogni volta dopo poche pagine.
Non è un autore che coinvolge subito. Mi ricorda l’Umberto Eco de «Il Nome della Rosa»: se non superi le prime 150 pagine sulle eresie medievali non riuscirai mai a goderti il resto del romanzo …
Poi venne un malanno di salute e una lunga convalescenza (ho fatto più cose – che non avrei fatto altrimenti – nelle mie convalescenze, che in qualsiasi altro periodo della mia vita). Finalmente superai lo scoglio dell’inizio del «Signore degli Anelli» e non smisi più fino alla fine (bruciando anche parecchie ore di sonno salutare di cui avrei avuto maggiore bisogno) con un malessere quasi fisico nel dovermi staccare dalla lettura e il bisogno di tornarci al più presto.
Tolkien (John Ronald Reuel Tolkien, nato a Bloemfontein il 3 gennaio 1892 e morto a Bournemouth il 2 settembre 1973) ha scritto molto, ma tre sono le sue pietre miliari:
- Il Silmarillion
- Lo Hobbit
- Il Signore degli Anelli
Forse sono stati scritti nell’ordine esattamente inverso a quello dello svolgimento dei fatti che sono narrati all’interno di essi. E poi molti altri racconti, spesso con protagonisti i personaggi che si ritrovano nelle sue tre opere cardine.
Qui di seguito la solita guida alla sua bibliografia.
Opere ambientate nella Terra di Mezzo, mentre lo scrittore era ancora vivente
- Lo Hobbit, 1937 (The Hobbit, 1937)
- Il Signore degli Anelli, 1970 (The Lord of the Rings, 1954-55)
Opere postume
- Il Silmarillion, 1978 (The Silmarillion, 1977)
- Racconti incompiuti, 1981 (Unfinished Tales of Númenor and Middle-earth, 1980)
- The History of Middle-earth i cui primi due volumi sono i Racconti ritrovati e Racconti perduti, gli unici editi in lingua italiana.
- I figli di Húrin, 2007 (The Children of Húrin, 2007)
- Beren e Lúthien, 2017 (Beren and Lúthien, 2017)
- La caduta di Gondolin, 2018 (The Fall of Gondolin, 2018)
Altre opere
- Il cacciatore di draghi, 1975 (Farmer Giles of Ham, 1949)
- Albero e foglia, 1976, che contiene il saggio Sulle fiabe (On Fairy-Stories, 1939), i racconti brevi Foglia di Niggle (Leaf by Niggle, 1945) e Il fabbro di Wootton Major (Smith of Wootton Major, 1967) e la pièce teatrale Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm (The Homecoming of Beorhtnoth, 1953)
- Le avventure di Tom Bombadil, 1978 (The Adventures of Tom Bombadil, 1962)
- Lettere (1914-1973), 1990 (The Letters of J. R. R. Tolkien, 1981), una raccolta delle lettere scritte da Tolkien a amici, parenti ed editori, contenenti moltissimi riferimenti alla Terra di Mezzo e alla sua creazione.
- La trasmissione del pensiero e la numerazione degli elfi, 2008 che raccoglie alcuni saggi di Tolkien apparsi su quattro differenti numeri della rivista statunitense Vinyar Tengwar: “Ósanwe-kenta: indagine sulla comunicazione del pensiero”, “Note su Óre“, “Mani, dita e numeri Eldarin e scritti correlati” oltre ad altri brevi testi.
- La leggenda di Sigurd e Gudrún, 2009 che narra vicende eroiche del mito di Sigfrido nello stile dell’Edda poetica norrena, di cui l’autore era molto appassionato.
- La caduta di Artù, 2013
Tolkien, infine, tradusse anche dei libri della Bibbia in ottimo inglese: il libro di Giobbe e quello di Giona.