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But do you really think
we can evaluate a dog by watching it ?

  19 marzo 2021 dog expo handling

Misurazione performance

“Quando ero più inesperto, pensavo di poter guardare un Saluki e giudicare la sua conformazione e mettere in relazione questo con la sua abilità di corsa.

Sono stato smentito così tante volte che non faccio più queste affermazioni”.

 

Richard Hawkins

 

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Un animale è un organismo estremamente complesso. I cani non fanno differenza. Valutarne funzionamento o – addirittura – potenzialità fisiche, per quanto ce lo consentano le attuali conoscenze tecniche e scientifiche, è qualcosa di estremamente complesso, perlomeno dal punto di vista biologico.

 

Mi è stato chiesto se credo veramente alla funzione zootecnica delle esposizioni di bellezza nel mondo dei cani di razza. Direi sì e no, nel senso che dipende da cosa ci si aspetta come risultato.

 

La storia del miglioramento animale è iniziata probabilmente prima della storia scritta, con la domesticazione sino ad arrivare al «miglioramento genetico», che è l’applicazione dei principi di genetica con il fine di migliorare gli animali stessi.

 

Sebbene la domesticazione possa essere stata accidentale in alcuni casi, in altri è logico pensare che ci sia stata selezione intenzionale per animali più amichevoli e trattabili. I caratteri del comportamento – inteso come termine globale per i caratteri necessari per la domesticazione – sono caratteri quantitativi (che implicano molti geni).

 

La selezione per l’affinità agli uomini è stata più importante con il cane che con altre specie. Nelle specie selvatiche, la selezione per la migliore performance è progredita molto lentamente, primariamente attraverso un migliore adattamento all’ambiente. La maggior parte dei caratteri di performance sono quantitativi.

 

Il migliore esempio di selezione per caratteri di performance è fornito dai vari tipi di cane. Basti pensare alle varie tipologie strutturali di cani con attitudini diverse, per mole e per tipo di lavoro. La selezione per tali diversi tipi e differenti caratteri di performance è proceduta per molto tempo con i sistemi di identificazione e registrazione disponibili nelle rispettive epoche.

 

La registrazione delle performance e l’identificazione attendibile sono accettate universalmente come il fondamento necessario per il progresso nella selezione per i caratteri quantitativi. Le registrazioni forniscono le basi per la progettazione ottimale delle strategie di miglioramento, ottenute in seguito a prove di performance (selezione su registrazioni) o quelle in seguito a prove di progenie (selezione su registrazioni rilevate sui figli).

 

Bisogna ricordare che la probabilità gioca un ruolo nel successo di un particolare accoppiamento. Pertanto, l’asserzione «accoppia il migliore con il migliore», (put the best into the best) – sebbene fondamentalmente accettabile – richiede la frase aggiuntiva «sperando per il meglio», perché l’animale che appare il migliore fenotipicamente può non essere geneticamente il migliore.

 

La meta dell’allevatore è quella di utilizzare al meglio le registrazioni disponibili per rendere massima la probabilità di selezionare gli animali migliori. L’esempio migliore di tali registrazioni per una specifica razza è quello fornito dai c.d. libri delle origini.

 

La maggior parte dei libri genealogici ha inizio come libri «aperti» che in seguito – di solito – diventano «chiusi», il che significa che soltanto gli animali con genitori presenti nei libri sono eleggibili per la registrazione nei libri stessi e quindi sono denominati di razza pura.

 

Agli inizi – per un certo periodo di tempo – i libri vengono aperti solo agli animali che presentano performance superiori. Sfortunatamente, la performance spesso non viene più richiesta come criterio per la registrazione, dopo che il libro viene chiuso.

 

Sia le informazioni relative al pedigree che le registrazioni di performance sono importanti per la valutazione genetica. Le informazioni da pedigree senza registrazioni di performance sono praticamente inutili.

 

In passato l’allevamento animale era nelle mani di alcuni «allevatori» che si erano distinti nell’allevamento, individui che sembravano avere specifiche arti e abilità nel «produrre buoni animali da riproduzione». Oggi, l’allevamento animale è per lo più dominato dalla scienza e dalla tecnologia. In alcune specie, l’allevamento animale è nelle mani di grandi compagnie e il ruolo dei singoli allevatori è molto diminuito.

 

Ci sono molte ragioni per questo cambiamento. In primo luogo, l’industria dell’allevamento animale ha adottato principi scientifici: «osservare» è stato sostituito da «misurare» e l’intuizione è stata sostituita in parte dal calcolo e dalla proiezione scientifica.

 

Altri sviluppi maggiori sono stati causati dall’introduzione delle biotecnologie. Queste tecnologie rientrano generalmente in due categorie, riproduttive e molecolari. Non tutte le biotecnologie sono nuove: basta pensare all’inseminazione artificiale (introdotta negli anni ’50). Oggi, tecnologie quali la raccolta degli ovuli, la fertilizzazione «in vitro», il trasferimento embrionale, la clonazione di individui, la clonazione di geni e la selezione con l’uso di marcatori del DNA sono tutte disponibili. Alcune delle tecnologie sono già applicate in diverse specie, altre sono in via di sviluppo o in attesa di applicazione.

 

Infine, il rapido sviluppo dell’informatica ha influenzato enormemente la raccolta dati e le procedure di valutazione genetica nelle popolazioni animali, permettendo attualmente, confronti dei valori riproduttivi tra allevamenti, razze o nazioni e la loro applicazione sta introducendo innovazione anche nel miglioramento delle razze canine.

 

In un quadro storico del genere si può veramente continuare a pensare che il miglioramento delle razze possa passare da una osservazione visiva dei soggetti? Ecco perché dalla valutazione morfologica – molto spesso separata dalle prove funzionali – credo ci si possa aspettare al massimo una confronto di tipo «sportivo» o di «intrattenimento» ma difficilmente si possa parlare di «indicazioni per la selezione» e ancora meno di «miglioramento delle razze».