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Arturo e i cani di strada
(che notoriamente non ballano)

  29 febbraio 2020 Banner Reverte

Copertina cani di stradaEsistono innumerevoli romanzi che hanno reso celebri alcuni cani, spesso frutto della penna dei migliori scrittori dei loro tempi. Chi non ricorda il Buck di London o il Montmorency di Jerome? Per non parlare del «Cane» di Pennac in Abbaiare stanca o il Bauschan di Thomas Mann in «Cane e padrone» o ancora i vari Eurasier dell’etologo Konrad Lorenz. Così tanto per citare i primi che mi vengono in mente.

 

Tra gli ultimi arrivati – partendo dall’Argos di Ulisse descritto da Omero nell’Odissea – ci sono, per esempio i recentissimi bassotti protagonisti delle storie scritte da Silvia Bagni o il «Nero» di Arturo Perez-Reverte. Il romanzo di Nero – che si intitola «I cani di strada non ballano» – è stato tradotto da poco in italiano e lo consiglio a tutti gli amanti della narrativa cinofila.

 

Arturo Perez-Reverte è uno dei più grandi romanzieri spagnoli contemporanei e anche affrontando questa storia di fantasia ambientata nel mondo dei cani la «classe» si sente tutta.

 

Non starò a spoilerarvi la trama anche perché il racconto non è lunghissimo e credo che possa essere un ottimo compagno in una giornata di relax. Magari con il vostro cane accucciato da vicino che vi fa compagnia.